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  • Lunedì 25 novembre 2019

La Open Arms sbarcherà a Taranto

La nave della ong spagnola ha a bordo 62 persone soccorse nel tratto di mare fra Italia e Libia, fra cui diversi minori non accompagnati

(ANSA/ CESARE ABBATE)
(ANSA/ CESARE ABBATE)

Il governo italiano ha reso disponibile il porto di Taranto alla nave della ong spagnola Open Arms, che giovedì 21 novembre aveva soccorso 73 persone nel tratto di mare fra Italia e Libia. Da giorni l’equipaggio chiedeva un porto per attraccare ai governi di Italia e Malta, ma finora non aveva ricevuto risposta. Su Twitter, l’ong spagnola ha fatto sapere che a causa del maltempo non potrà muoversi verso l’Italia prima di oggi, lunedì 25 novembre.

Due giorni fa il governo italiano aveva messo a disposizione un altro porto italiano, quello di Messina, alla nave Ocean Viking della ong Sos Méditerranée, che nei giorni precedenti aveva soccorso 213 persone. Secondo una stima dell’agenzia ONU per le migrazioni (OIM), fra il 19 e il 21 novembre almeno 600 migranti erano partiti via mare dalla Libia.

Nelle ore successive all’operazione di soccorso, i volontari di Open Arms avevano fatto sapere che fra le persone a bordo c’erano «casi di shock traumatico, ustioni di 2° e 3° grado, ferite da armi da fuoco, ipotermia grave, disidratazione». Già il 24 novembre, undici fra quelli in gravi condizioni erano state trasportate urgentemente in Italia. Fra le 73 persone soccorse, fra l’altro, ben 24 erano minori non accompagnati, cioè persone particolarmente vulnerabili che avrebbero bisogno di cure e attenzioni specifiche.

L’OIM ha notato che il picco delle partenze dalla Libia ha coinciso con un nuovo aumento delle violenze della guerra civile a Tripoli e nella sua periferia, dove da mesi stanno combattendo le milizie che appartengono al governo di unità nazionale di Fayez al Serraj e quelle leali al generale Khalifa Haftar. Si stima che fra le circa 600 persone partite fra il 19 e il 21 novembre almeno 200 siano state intercettate dalla cosiddetta Guardia costiera libica – un corpo di milizie che riporta i migranti nei centri di detenzione libici, dove i diritti umani sono sistematicamente violati – e in piccola parte dalla guardia costiera tunisina.

Altre 149 sono state invece soccorse nei pressi di Lampedusa, poco dopo il naufragio del barcone su cui erano a bordo. Nel corso del weekend sono stati recuperati i corpi di cinque donne, mentre secondo le testimonianze dei migranti i dispersi sono almeno 15.