La Cina ha cercato di infiltrare una spia nel parlamento australiano?
Un'inchiesta di una tv australiana sostiene che un uomo sia stato contattato dai servizi segreti cinesi per candidarsi alle elezioni australiane: poco dopo è stato trovato morto
Domenica il programma televisivo australiano 60 Minutes, che va in onda sul canale Nine, ha realizzato un’inchiesta che ha rivelato un piano della Cina per infiltrare una propria spia nel Parlamento australiano. Secondo il programma, agenti segreti cinesi avrebbero offerto 1 milione di dollari australiani (circa 600mila euro) a un uomo australiano di origine cinese per candidarsi alle elezioni parlamentari con il Partito Liberale e operare poi all’interno del parlamento per fare gli interessi della Cina.
Ai tempi l’uomo, che si chiamava Bo “Nick” Zhao, aveva 32 anni e lavorava come commerciante di auto di lusso a Melbourne: aveva però rifiutato l’offerta e sarebbe andato a raccontare tutto all’agenzia d’intelligence australiana (ASIO). Poco dopo, lo scorso marzo, Zhao è stato trovato morto in una stanza d’albergo a Melbourne: le cause della morte, al momento, non sono conosciute.
Dopo la pubblicazione dell’inchiesta, Mike Burgess, capo dell’ASIO, ha detto che l’agenzia era già a conoscenza della vicenda e che sta svolgendo indagini a riguardo. Il primo ministro australiano, Scott Morrison, ha descritto la morte di Zhao come «profondamente inquietante e preoccupante», ma ha anche chiesto cautela e che non si salti a conclusioni affrettate. «Posso assicurare agli australiani che sotto il nostro governo le risorse non sono mai state più forti, che le leggi non sono mai state più severe e che il governo non è mai stato più determinato a mantenere gli australiani liberi e al sicuro da interferenze straniere», ha detto Morrison. Il parlamentare liberale e presidente della commissione di intelligence e sicurezza del Parlamento, Andrew Hastie, ha detto a Nine di aver sentito parlare della vicenda di Zhao già diversi mesi fa, e ha chiesto che venga avviata un’indagine sulla sua morte. Il governo cinese, invece, non ha commentato le accuse.
Da tempo l’intelligence australiana sostiene che il governo cinese stia cercando dei modi per influenzare la politica e il processo democratico australiano, come del resto avvertono da tempo le intelligence dei principali paesi occidentali.
60 Minutes ha anche mandato in onda un’intervista con Wang “William” Leqian, un 27enne che sostiene di essere una spia cinese e di voler ricevere asilo politico in Australia. Wang, il cui caso è separato da quello di Zhao, ha detto di essere a conoscenza di diverse spie cinesi che operano in Australia e che tentano di influenzare la politica del paese. Le autorità cinesi hanno respinto le accuse di Wang, e lo hanno accusato di essere fuggito dalla Cina con un passaporto falso dopo essere stato condannato per truffa.