È meglio comprare un albero di Natale vero o uno finto?

Ci sono vari aspetti da prendere in considerazione: la sostenibilità ambientale, l'aspettativa di vita e le radici

Un momento dell'installazione dell'albero di Natale del Rockefeller Center di New York, il 9 novembre 2019 (Diane Bondareff/AP Images for Tishman Speyer)
Un momento dell'installazione dell'albero di Natale del Rockefeller Center di New York, il 9 novembre 2019 (Diane Bondareff/AP Images for Tishman Speyer)

Mancano poco più di due settimane all’8 dicembre, giorno in cui molte famiglie, per tradizione, allestiscono il proprio albero di Natale. Secondo un’indagine commissionata l’anno scorso da Coldiretti, l’81 per cento delle famiglie italiane addobba un albero in casa propria. Per la maggioranza – sette italiani su dieci – si tratta di un albero finto, di plastica, da andare a recuperare in cantina o in soffitta insieme alla scatola delle decorazioni. C’è però anche chi preferisce un abete vero, magari per ragioni estetiche. E poi forse c’è chi, proprio in questo periodo pre-natalizio, si sta chiedendo quale tipo di albero di Natale abbia un minor impatto ambientale: la risposta è quello vero, ma deve avere le radici.

Tutta la faccenda era stata analizzata un paio di anni fa da un articolo di The Verge, che aveva intervistato il botanico della Saint Joseph’s University di Philadelphia Clint Springer. Gli alberi finti, di plastica e metallo, causano emissioni di anidride carbonica – il principale gas serra – nell’atmosfera sia quando vengono prodotti che quando vengono trasportati, cosa che spesso avviene per lunghe distanze dato che molti alberi sono prodotti in Cina. Al contrario gli alberi veri, soprattutto se sono cresciuti poco lontano da casa, assorbono anidride carbonica, invece che emetterla.

Molte persone si trattengono dal comprare un abete vero perché sradicare (o tagliare) un albero per usarlo per meno di un mese fa un po’ impressione. Springer però ha sminuito l’impatto di questa scelta, spiegando che gli alberi in questione non crescono in una foresta tropicale, ma sono fatti crescere con l’unico scopo di essere venduti per Natale. Quasi sempre, fra l’altro, quando il vivaio ne vende uno se ne ripiantano altri: spesso quattro o cinque, per essere sicuri che almeno uno cresca solido e bello. In più, mentre crescono gli abeti possono essere un utile habitat per diversi animali, soprattutto uccelli.

Gli alberi di Natale veri sono una fonte di inquinamento – per quanto meno impattante rispetto a quelli di plastica – nel caso in cui non abbiano le radici e vengano gettati subito dopo l’Epifania. Invece se possono essere ripiantati dopo la stagione delle feste (magari nello stesso vivaio in cui li si è acquistati, se possibile) non si trasformano in un rifiuto, a condizione di prendersene cura in modo corretto. Ad esempio, bisogna ricordare che far passare un albero dai 22 gradi centigradi di un salotto agli zero di un giardino non è l’ideale. Prima di farlo bisognerebbe tenere per qualche giorno l’albero in una zona intermedia, ad esempio in una veranda o in un garage illuminato.

In generale poi le temperature domestiche possono danneggiare gli abeti, normalmente abituati a vivere in zone fresche. Secondo l’ISA, la società internazionale di arboricoltura, sarebbe meglio tenere l’albero in casa per non più di 5-7 giorni. Volendolo tenere più a lungo, bisogna fare attenzione a tenerlo lontano da fonti di calore (anche per evitare il rischio di incendi) e innaffiarlo regolarmente; possibilmente anche vaporizzando dell’acqua sui rami. Nelle case con il riscaldamento a pavimento, l’ambiente può essere particolarmente ostile per un albero e quindi bisogna avere particolare cura.

Un’altra cosa che è bene fare, se si programma di ripiantare un albero con le radici, è informarsi sul tipo di albero che si è scelto e scavare un buco in cui piantarlo prima che il terreno geli. Oppure, se non si ha un giardino a disposizione, cercare se ci sono scuole, parchi o associazioni disposte a ritirarlo e ripiantarlo.

Dove acquistare un albero di Natale, vero
In un vivaio, ma anche in alcuni grandi supermercati nei centri commerciali e da alcuni fiorai. Gli abeti più piccoli, quelli che non superano il metro e mezzo, si trovano in vendita a prezzi variabili tra i 10 e i 60 euro; rispetto ad alberi finti delle stesse dimensioni costano circa il doppio. Il prezzo dipende dalla grandezza, dalla presenza delle radici e, in alcuni casi, dal vaso. Per un albero più grande, più verso i due metri di altezza, si possono arrivare a spendere 200 euro.

Tra i grandi negozi che vendono alberi veri c’è Ikea, che dal 16 novembre (e da oggi a Brescia, Genova e Torino) vende piccoli abeti alti 140 centimetri a 15 euro. Sono tutti alberi senza radici, tagliati. Hanno però un vantaggio: riconsegnandoli al negozio tra il 3 ed il 12 gennaio 2020, insieme allo scontrino, si ottiene un buono di importo pari al loro prezzo d’acquisto, che si potrà spendere in un negozio Ikea fino al 31 gennaio. L’azienda si impegna inoltre a donare 2 euro per ciascun abete restituito a un’iniziativa di riqualificazione forestale in una zona del comune di Corvara, in provincia di Bolzano.

Online gli abeti veri si possono acquistare dai vivai Le Georgiche di Brescia, molto affidabili per comprare piante online (le vendono anche su Amazon) e il prezzo varia a seconda della dimensione. Per quelli più piccoli, alti circa un metro, si spendono più o meno 50 euro con la spedizione. In questo caso si tratta di alberi con le radici, venduti in vaso. Sebastiano Guarisco, titolare dei vivai, ha spiegato al Post che facendo dei rinvasi in primavera – ogni anno in un vaso un po’ più grande – queste piante possono vivere in vaso per anni. Non smettono di crescere, ma lo fanno lentamente se vengono tenuti in un vaso: anche in un appartamento quindi, se si ha un terrazzo, si possono tenere per i Natali futuri.

Dalla parte degli alberi finti
Gli alberi finti sono una scelta responsabile dal punto di vista ambientale se li si possiede già. Secondo uno studio del 2009 realizzato dalla società di consulenza Ellipsos (citato dal New York Times qui), per essere ecologicamente più conveniente di un vero abete, un albero finto deve essere usato almeno per 20 anni. Secondo lo stesso studio poche famiglie riuscivano a farlo, ma di per sé, soprattutto con gli alberi finti prodotti più di recente e tendenzialmente fatti meglio, non dovrebbe essere impossibile. Continuando a usare un albero che si ha già, peraltro, non si generano rifiuti.

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