La bolla milanese
Il lungo articolo di Michele Masneri sul Foglio che prende in giro i successi veri e immaginari della città e la loro narrazione
L’edizione del Foglio del lunedì – che ogni settimana ospita un articolo lungo a occupare gran parte del quotidiano – era dedicata lunedì scorso a una riflessione di Michele Masneri sulla recente immagine di Milano come isola di successo e letizia in un paese spacciato, alla sua fondatezza, infondatezza, al suo sprezzo di certo ridicolo e al “culto” del suo sindaco: a partire dalle perplessità espresse nei giorni passati dal ministro Giuseppe Provenzano.
In generale l’Instagram – un bell’Instagram – di Beppesala è astuto e aspirazionale, mostra la vita di un signore felice, in belle case, una bellissima fidanzata (Chiara Bazoli), libri interessanti, vasche da bagno d’epoca. In generale pare l’Instagram di un privato cittadino, più che di un amministratore, e in questo c’è il successo e la contemporaneità. La privatizzazione del pubblico, con gli outfit, con le foto in vacanza, Beppesala fa cose, è insomma – apriti cielo – la stessa di un Matteo Salvini, ovviamente depurata dalla volgarità, spurgata dai mojitini, ma sempre di corpi, talvolta al sole si tratta. Ed è molto diversa da quella di altri sindaci: distantissima dall’Instagram di Virginia Raggi, per esempio, ansiogeno e basico come direbbero a Milano, ma più da sindaco, e dunque forse “antico”, fatto di cartelli “Nuovi bus a metano”; “Centro off limits agli autobus turistici”, scritte cubitali gialle di impegni poi quasi mai mantenuti, “Rinasce deposito Atac San Paolo”, “Roma avanti nel turismo di lusso”, compattatori di bottiglie di plastica, in una valanga di foto anche cromaticamente incoerenti (ma la Raggi ha 250 mila follower, il doppio di Beppesala).
Anche offline la comunicazione di Beppesala è efficiente, giovane, top. Non sbaglia un colpo: incontra e capta tutte le manifestazioni di figaggine varia – appena Mahmood vince Sanremo, lui se lo accaparra subito: “Unico cantautore che si ricordi a essere stato intervistato da un sindaco di Milano” strilla subito l’ufficio stampa collettivo della città-stato, una delle forze della Milano di oggi, un centro di positività che dirama e irraggia il resto del paese e il mondo intero di good news milanesi.
(leggi per intero sul Foglio)