Com’è fatta Hong Kong
È una regione, un'isola e anche una città: e un pezzo importante per capire la storia e il presente del posto unico al mondo di cui parliamo da mesi
Da mesi la stampa internazionale sta raccontando le grandi proteste di Hong Kong, dove centinaia di migliaia di persone stanno manifestando per chiedere maggiore autonomia dalla Cina, più libertà e il rispetto dei diritti civili. Nel corso dei mesi, le proteste si sono svolte in varie zone di quella che intendiamo comunemente come la città di Hong Kong, che in realtà di per sé non esiste, visto che il nome indica più in generale una regione autonoma cinese che si estende su varie isole e sviluppata su diverse aree urbane.
La conformazione di Hong Kong e la sua posizione sono fattori che la rendono un posto unico al mondo, e hanno avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo della città e nella sua storia, importanti per capire le proteste di questi mesi.
La prima cosa da sapere è che, formalmente, con Hong Kong si indica la regione amministrativa speciale cinese, che comprende diverse aree urbane. Spesso il nome viene usato per definire l’agglomerato urbano più importante della regione, tanto che ormai l’espressione “la città di Hong Kong” è sostanzialmente accettata. Un ulteriore livello di confusione, poi, può dipendere dal fatto che esiste anche l’isola di Hong Kong, quella che storicamente ha ospitato il centro amministrativo e politico della regione, e su cui oggi sorge parte di quell’area urbana a cui ci si riferisce un po’ impropriamente come “città di Hong Kong”.
Hong Kong, la regione, si trova nel sud della Cina, poche decine di chilometri a est dell’importante città portuale di Macao, a sua volta parte di una regione autonoma speciale per via del suo passato da colonia portoghese. È separata dal resto della Cina dal fiume Sham Chun, al nord del quale sorge Shenzen, metropoli cinese da oltre 12 milioni di abitanti. Hong Kong si sviluppa in parte sulla penisola di Caolun, che sporge dalla terraferma cinese, e in parte su oltre duecento isole, la più grande delle quali è quella di Lantau, dove si trova l’aeroporto. L’isola di Hong Kong è però la più importante, perché nella sua parte settentrionale si trova il vero centro economico e amministrativo della regione.
Una delle caratteristiche più evidenti di Hong Kong è che gran parte del suo territorio è collinare o roccioso, con montagne che arrivano fino a 950 metri: il 40 per cento della superficie è occupato da parchi naturali, ma anche tra le aree non protette della regione la gran parte non è edificabile, ed è coperta da boschi. Se da un lato questo rende Hong Kong un posto molto verde, dall’altro ha provocato uno smisurato sviluppo urbano nelle zone edificabili – è la città con più grattacieli al mondo – e una densità umana di oltre 6.500 abitanti per km². Trovare casa a Hong K0ng è notoriamente difficile e molto costoso, e le condizioni di vita sono pessime in molte aree della città.
La regione di Hong Kong è grande 1.106 km²: cioè circa 180 km² in meno dell’area metropolitana di Roma. Circa metà dei 7,4 milioni di persone che vivono a Hong Kong, però, vive e lavora in una delle tre aree urbane principali: Kowloon, cioè l’estremità meridionale della penisola di Caolun; la parte nord dell’isola di Hong Kong; e nell’area di Tsuen Wan New Town, a nord ovest di Kowloon. Sommate, queste aree hanno una superficie di 88 km², per una popolazione di oltre 3 milioni di persone e una densità umana di quasi 36mila abitanti per km², tra le più alte al mondo. Sono separate da un braccio di mare chiamato Victoria Harbour, attraversato da tre tunnel e dalle diverse linee della metropolitana. Le acque profonde e calme del Victoria Harbour erano particolarmente adatte alla navigazione delle grandi navi, e furono sfruttate per questo durante l’occupazione britannica come porto naturale.
Questa conformazione, insieme alla sua posizione strategica affacciata sul mar Cinese Meridionale, fecero sviluppare Hong Kong a ritmi incredibili, tanto da renderla una delle colonie più importanti dell’impero britannico. Negli anni Novanta, prima che la sovranità su Hong Kong fosse ceduta dal Regno Unito alla Cina, la regione costituiva quasi il 30 per cento dell’economia cinese. La percentuale però crollò dalla metà del decennio, ed è arrivata oggi al 3 per cento. La progressiva perdita di importanza economica di Hong Kong per la Cina ha comportato una perdita di potere contrattuale della regione autonoma, tra i motivi principali per cui il partito comunista ha aumentato le pressioni e le interferenze negli ultimi 20 anni.Le proteste degli ultimi mesi si sono svolte prevalentemente tra il nord dell’isola di Hong Kong, dove si trovano per esempio il Victoria Park, il municipio e la sede del Consiglio legislativo di Hong Kong, e l’area di Kowloon, dove si trova il Politecnico e i quartieri di Mong Kok e Wong Tai Sin, tutte zone di violenti scontri negli ultimi mesi. Ma ci sono stati cortei, sit-in, occupazioni, arresti e scontri in molte delle aree urbane della regione, da Yuen Long e Tai Po, vicine al confine con la Cina, all’aeroporto di Chek Lap Kok.
Il passaggio di sovranità su Hong Kong tra Regno Unito e Cina aveva previsto cinquant’anni di transizione, al termine dei quali – nel 2047 – dovrebbe esaurirsi il periodo di governo autonomo della regione. Cosa succederà però dopo quella data è una grande incognita, visto che non fu specificato nei trattati e non è mai stato annunciato pubblicamente. La Cina in ogni caso non ha aspettato il 2047 per estendere la propria influenza su Hong Kong, e tra le altre cose sta collegando fisicamente la regione alla terraferma cinese – e in particolare a Macao – con uno dei ponti più lunghi del mondo (55 chilometri).