Cosa dice Elisabetta Trenta sulla storia della casa a Roma
Le era stata assegnata quando era ministra nonostante ne avesse una al Pigneto, ci è rimasta facendola assegnare al marito dall'Esercito perché fa «una vita di relazioni, di incontri»
Sul Corriere della Sera di domenica è uscito un articolo che accusa l’ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta, del Movimento 5 Stelle, di continuare ad abitare in un appartamento a Roma che le era stato assegnato quando era al governo, ma che ora non le spetterebbe più. L’appartamento, vicino a San Giovanni in Laterano e descritto come molto grande ed elegante, è abitato da Trenta e dal marito dallo scorso aprile, quasi un anno dopo la formazione del primo governo Conte. Finito il suo mandato da ministra, ad agosto, Trenta ottenne di rimanere nella casa chiedendo che fosse assegnata a suo marito Claudio Passarelli, maggiore dell’Esercito: secondo Fiorenza Sarzanini del Corriere, però, il grado di Passarelli non giustificherebbe un appartamento prestigioso come quello in questione.
Trenta, spiega il Corriere della Sera, in realtà possiede una casa al Pigneto, quartiere di Roma a est del centro: normalmente, ai ministri che possiedono già una casa a Roma non ne viene assegnata una “di servizio”, ma in un’intervista pubblicata lunedì Trenta ha spiegato che c’erano dei problemi di sicurezza: «In quella zona si spaccia droga e la strada non ha vie d’uscita. E poi io avevo bisogno di un posto dove incontrare le persone, di un alloggio grande. Era necessaria riservatezza».
Trenta ha spiegato che, finito il suo incarico, ha fatto «l’atto di cessazione dell’esercito a me e ho tre mesi per andare via», ma che nel frattempo suo marito «ha fatto richiesta perché è aiutante di campo di un generale e per il suo ruolo può avere quell’appartamento». Domenica, in realtà, Sarzanini aveva scritto che secondo le regole del ministero della Difesa «il grado di capitano maggiore di Passarelli non rientra tra quelli che possono ottenere un alloggio di primo livello, come è appunto quello occupato dalla ministra».
Nell’intervista in cui ha spiegato la sua versione, Trenta ha motivato la decisione di rimanere nell’appartamento, spiegando che ora «continuo ad avere una vita diversa», descrivendola come «una vita di relazioni, di incontri». Trenta ha sostenuto di essere nella legalità, aggiungendo che «è evidente che sono sotto attacco» e ipotizzando: «è un attacco al presidente Conte? All’Aise, al Movimento? Alla Link Campus, dove sono tornata a lavorare?».