I calciatori brasiliani naturalizzati dalla Cina
I progetti per riportare la nazionale di calcio ai Mondiali vanno a rilento, così le autorità cinesi stanno distribuendo la cittadinanza a calciatori brasiliani
All’inizio di novembre la dirigenza della squadra di calcio di Henan ha iniziato le pratiche per dare il passaporto cinese a Olivio da Rosa, centrocampista brasiliano che gioca nel campionato cinese da quasi cinque anni. Negli stessi giorni alcune fonti hanno rivelato che il governo cinese dovrebbe accettare complessivamente una cinquantina di richieste per la cittadinanza provenienti da calciatori stranieri residenti nel paese da almeno cinque anni in modo continuativo.
Fino a oggi nove giocatori stranieri – tutti brasiliani – hanno già ricevuto la cittadinanza cinese: alcuni di questi giocheranno soltanto nei loro club – dove però non verranno più considerati come stranieri, liberando così spazio nelle liste di registrazione – mentre altri verranno probabilmente convocati dalla nazionale allenata impegnata in questi mesi nelle Qualificazioni asiatiche ai Mondiali in Qatar del 2022.
Dopo aver inizialmente rifiutato la naturalizzazione di calciatori stranieri, le autorità cinesi avrebbero deciso di recente, in accordo con la federazione, di ammorbidire le loro posizioni a riguardo per accelerare lo sviluppo del calcio nazionale. Nonostante gli ambiziosi piani promossi in prima persona dal presidente Xi Jinping, che consistono principalmente nella costruzione di una vasta rete di strutture sportive e nell’insegnamento del calcio in ambito scolastico, il sistema professionistico è ancora troppo poco competitivo per ambire all’obiettivo principale, la qualificazione alla fase finale di un Mondiale, che manca da diciassette anni.
Nel ranking delle nazionali FIFA di tre anni fa la Cina si posizionava all’ottantaduesimo posto, tra la Libia e il Venezuela. Oggi si trova in sessantanovesima posizione, più o meno al limite della zona condivisa fra le nazionali che riescono a qualificarsi saltuariamente ai Mondiali e quelle che invece non si qualificano mai. Tutto sommato ci sono stati dei progressi, ma non così rilevanti da far intravedere una vera crescita, come sostenuto di recente anche da Lippi, dimessosi dopo l’ultima deludente sconfitta contro la Siria.
Per superare queste difficoltà, la Cina ha quindi deciso di ricorrere alle naturalizzazioni e lo scorso agosto l’attaccante brasiliano Elkeson è diventato il primo calciatore senza origini cinesi a ricevere una convocazione in nazionale, dopo essere stato naturalizzato con il nome cinese di Ai Kesen.
Sulla carta Elkeson è lo straniero più forte ad aver mai giocato nel campionato cinese, dove si trova dal 2013. È il miglior marcatore nella storia del Guangzhou Evergrande, la squadra più vincente da quando il campionato è stato ristrutturato, attualmente allenata da Fabio Cannavaro e in passato anche da Lippi, con il quale Elkeson ha vinto due campionati, una coppa nazionale e una Champions League asiatica. Ha esordito in nazionale il 10 agosto contro le Maldive, alle quali ha segnato subito due gol. Pochi giorni dopo ha segnato di nuovo nella vittoria per 7-0 contro le Filippine nel girone delle Qualificazioni asiatiche ai Mondiali, dove ora la Cina è al secondo posto.
Attualmente Elkeson rimane l’unico giocatore senza origini cinesi nel giro della nazionale. Tra i convocati, però, si trova anche il centrocampista Nico Yennaris, inglese di padre cipriota e madre cinese, convocato in nazionale quest’anno, poco dopo essersi trasferito al Pechino Guoan. Nel frattempo le squadre di club stanno continuando a naturalizzare soprattutto giocatori brasiliani, non molto conosciuti altrove ma in grado di fare la differenza nel calcio asiatico. Il Guangzhou di Cannavaro ha da poco ultimato le pratiche per concedere la cittadinanza agli attaccanti brasiliani Aloisio, a cui è stato dato il nome cinese Luo Guofu, e del più noto Ricardo Goulart, ora Gao Late. A loro si aggiungono l’ex esterno offensivo del Salisburgo, Alan Carvalho (A Lan), e l’ex centrocampista della Sampdoria Fernando (Fei Nanduo).
Alcuni di loro potrebbero decidere prossimamente di giocare per la Cina, sulla falsa riga di quanto fatto nell’ultimo decennio da un’altra nazionale asiatica, il Qatar, paese un tempo disabitato che dopo un decennio di investimenti miliardari da parte della famiglia reale che lo governa è riuscito a vincere incredibilmente l’ultima edizione della Coppa d’Asia con dieci giocatori naturalizzati su ventitré convocati.