Centinaia di poliziotti boliviani si sono ammutinati, rifiutandosi di affrontare i manifestanti antigovernativi
Venerdì in diverse città boliviane ci sono stati ammutinamenti tra le forze di sicurezza del paese. Centinaia di poliziotti hanno rinunciato ad affrontare i manifestanti antigovernativi che stanno protestando da quasi venti giorni contro i risultati delle ultime elezioni presidenziali, vinte in maniera controversa dal presidente Evo Morales.
Il primo episodio è avvenuto nella città centrale di Cochabamba, dove un piccolo gruppo di poliziotti ha chiesto le dimissioni del comandante locale, accusato di essersi schierato con Morales durante le proteste dell’ultima settimana in cui ci sono stati un morto e oltre 100 feriti. Dopo la richiesta di dimissioni, 18 poliziotti sono saliti sul tetto dell’edificio dell’unità tattica delle operazioni speciali, sventolando bandiere boliviane, cantando l’inno nazionale e venendo celebrati dalla folla in strada.
Dopo quanto successo a Cochabamba, centinaia di manifestanti antigovernativi di altre città boliviane si sono radunati fuori dalle stazioni di polizia locali chiedendo agli agenti di seguire l’esempio degli ammutinati. La polizia di Santa Cruz, dove l’opposizione è molto forte, ha affisso un cartello dicendo di essere in rivolta, e diversi poliziotti di altre città del paese hanno lasciato le strade che stavano pattugliando e sono tornati nelle stazioni senza dare spiegazioni.
Per il momento il governo boliviano ha detto di non avere intenzione di intervenire militarmente per ripristinare l’ordine, definendo gli ammutinamenti «episodi isolati».