I figli di Liliana Segre sono «più tranquilli», ora che ha la scorta
Luciano Belli Paci ha raccontato a Repubblica che la senatrice a vita girava molto da sola, con una certa preoccupazione dei familiari
Luciano Belli Paci, il figlio della senatrice a vita Liliana Segre, ha parlato con Repubblica della recente decisione del prefetto di Milano di assegnare a Segre una scorta, in seguito ai molti insulti e minacce ricevuti online. Belli Paci ha ringraziato le autorità milanesi e ha spiegato che ora i tre figli di Segre si sentono «più tranquilli»: «mia madre andava ancora in giro molto da sola, usando i mezzi pubblici», ha aggiunto: «Ha sempre cercato di mantenere una normalità assoluta nel suo stile di vita, per questo forse è un bene che ci sia sempre una presenza dei carabinieri al suo fianco».
Segre ha 89 anni ed è stata nominata senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel gennaio del 2018 per «per aver illustrato la patria con altissimi meriti nel campo sociale». Da bambina fu espulsa da scuola per le leggi razziali e nel 1944 fu deportata al campo di concentramento di Auschwitz dove rimase per circa un anno prima di essere liberata. Da decenni si impegna per raccontare l’Olocausto alle nuove generazioni: per il suo impegno e la sua proposta di istituire una commissione parlamentare contro l’antisemitismo e il razzismo è oggetto da tempo di minacce sempre più numerose (secondo l’Osservatorio antisemitismo riceve una media quotidiana di 200 messaggi d’odio sui social network). Martedì scorso esponenti di Forza Nuova, partito neofascista di estrema destra, avevano esposto uno striscione contro di lei a Milano, vicino al teatro di via Fezzan, in cui la senatrice stava parlando davanti a 500 studenti.
Nei giorni scorsi Matteo Salvini, segretario della Lega ed ex ministro dell’Interno, ha detto pubblicamente che rispettava Segre e che intende incontrarla in privato per confrontarsi con lei, ma ha criticato duramente la proposta di istituire una commissione per l’antisemitismo e il razzismo spiegando che «in Italia non ci sono fascisti», ma solo «milioni di italiani orgogliosi di essere italiani, che pretendono rispetto per la nostra storia e per la nostra cultura». In un’altra occasione ha sottolineato che anche lui riceve «quotidianamente» minacce online.
Già nel 2018 l’aumento dei commenti d’odio contro Segre aveva portato all’apertura di un’indagine della squadra antiterrorismo del magistrato Alberto Nobili, per cercare tra le altre cose di risalire agli autori anonimi degli insulti.