In Thailandia sono morte almeno 15 persone in un attacco nella provincia di Yala, nel sud del paese
Nella provincia di Yala, che si trova nella Thailandia meridionale ed è a maggioranza musulmana, sono morte almeno 15 persone in seguito a un attacco a un posto di blocco: tra i morti ci sono un poliziotto e alcuni volontari della protezione civile locale. Altre cinque persone sarebbero ferite, ha detto il portavoce dell’esercito Pramote Prom-in alle agenzie stampa, aggiungendo che gli autori dell’attacco hanno rubato delle armi dal posto di blocco e hanno piazzato esplosivi e chiodi lungo la strada per ritardare i soccorsi. La dinamica non è ancora chiara, ma sembra che l’attacco sia stato eseguito con armi da fuoco.
Nella provincia di Yala e nelle altre province confinanti di Pattani e Narathiwat è in corso una campagna separatista portata avanti dall’etnia Malay, di religione islamica, che dal 2004 a oggi ha causato circa 7mila morti soprattutto a causa dell’attività dei ribelli musulmani, sospettati anche dell’attacco di martedì; i ribelli vorrebbero l’indipendenza dallo stato thailandese, che è a maggioranza buddista e che colonizzò l’area all’inizio del Novecento.
Negli ultimi anni gli scontri sono diventati più rari ma allo stesso tempo più violenti: la scorsa estate un ribelle musulmano, Abdullah Esormusor, era stato ucciso dopo essere stato picchiato durante un interrogatorio.