La Corte Suprema israeliana ha confermato l’espulsione del direttore della sezione locale di Human Rights Watch, Omar Shakir
La Corte Suprema israeliana ha confermato l’espulsione del capo della sezione locale della nota ong Human Rights Watch, Omar Shakir, decisa alcuni mesi fa dal governo di Benjamin Netanyahu. Shakir avrà venti giorni di tempo per lasciare Israele.
Supreme Court rejects appeal of @hrw's Israel/Palestine rep @OmarSShakir against the government's decision to deport him over alleged BDS support. He's been ordered to leave the country within 20 days.
— Jacob Magid (@JacobMagid) November 5, 2019
Il governo aveva deciso di espellere Shakir – rifiutandosi di rinnovare il suo permesso di soggiorno lavorativo – accusandolo di promuovere le tesi della campagna mondiale per il boicottaggio di Israele (chiamata anche BDS). Da qualche mese, infatti, è in vigore una controversa legge promossa dal governo Netanyahu che permette al governo di impedire l’ingresso in territorio israeliano di persone che appoggiano apertamente il BDS.
Shakir e Human Rights Watch avevano invece accusato il governo israeliano di voler espellere Shakir per motivi politici, dato che in passato la ong ha spesso evidenziato le ripetute violazioni dei diritti umani compiute da Israele nei confronti dei palestinesi. A luglio, il capo di Human Rights Watch Kenneth Roth aveva detto ad Haaretz che il governo israeliano «sta conducendo una campagna per mettere a tacere noi e le ong locali e per nascondere agli israeliani cosa sta accadendo intorno a loro».
Per molti anni il governo di destra guidato da Netanyahu ha portato avanti una campagna di aperta ostilità contro le ong locali e internazionali che si occupano di diritti umani. Oltre alla controversa legge sul sostegno al BDS, nel 2016 aveva obbligato tutte le ong a dichiarare pubblicamente eventuali finanziamenti che avevano ricevuto da paesi stranieri.