Il campionato mondiale di sigari
Il New York Times racconta i tornei di chi si allena a fumare un sigaro nel tempo più lungo possibile ma senza mai farlo spegnere
Andrew Keh, il corrispondente sportivo internazionale del New York Times, ha raccontato un evento piuttosto bizzarro a cui ha partecipato: la finale del campionato mondiale di sigari, chiamato anche campionato mondiale di fumo lento. La finale si è svolta a Spalato, in Croazia, lo scorso agosto: l’obiettivo è fumare un sigaro di una certa dimensione (129 mm per un diametro di 16,7 mm) nel tempo più lungo possibile ma senza riaccenderlo mai, ed evitando il più possibile la caduta della cenere.
Il campionato è arrivato alla sua decima edizione ed è stato inventato da Marko Bilic, il proprietario di un club di sigari di Spalato. Alla prima competizione parteciparono 17 persone, lo scorso agosto erano invece presenti circa 250 partecipanti con smoking e abiti da sera, in rappresentanza di più di 40 paesi. I partecipanti avevano preso parte a uno dei 34 eventi di qualificazione che si erano svolti in tutto il mondo durante l’anno: a Miami, in Russia, Repubblica Dominicana, Germania, Regno Unito e anche in Italia, a Ischia.
«I fumatori hanno acceso i loro fiammiferi. La stanza è diventata silenziosa. L’orologio è partito da zero, e per le successive ore i concorrenti sono rimasti seduti lì, fissando le loro braci, osservandole silenziosamente bruciare». Igor Kovacic è l’uomo che detiene il record mondiale di fumo di sigaro lento: 3 ore, 52 minuti e 55 secondi. Al New York Times ha spiegato che nella competizione contano il sigaro che si ha, il posto dove ci si siede, ma anche l’abilità, la strategia e l’istinto. Bisogna capire il modo in cui un sigaro brucia, interpretare il calore che emana, misurare ogni boccata: «Le persone si allenano seriamente per questo». Kovacic ha 48 anni, lavora per una società di infrastrutture di Göteborg, in Svezia, e ha ottenuto il record mondiale all’inizio di quest’anno. Il campione precedente, otto volte campione, si chiama Darren Cioffi.
Keh ha incontrato Cioffi la sera prima della finale di Spalato sulla terrazza di un hotel. È il proprietario di un marchio di sigari di Nashville, e ha partecipato al campionato la prima volta nel 2014 «perché sembrava stravagante». Alla fine ha vinto. Ha attribuito la sua abilità (oltre alla conoscenza dei sigari) alla sua «visione ravvicinata davvero buona». Ha indicato il taccuino del giornalista e gli ha detto che poteva dirgli quante pagine avesse.
Una volta iniziata la competizione finale, ciascun concorrente ha preso tra le mani il sigaro, lo ha sollevato sopra la testa mettendolo in posizione perpendicolare e lo ha toccato con le labbra. Cioffi ha assunto la sua caratteristica posa da competizione: seduto lateralmente sulla sedia, con il gomito appoggiato sul ginocchio, il sigaro a pochi centimetri dal viso, come una specie di Le Penseur di Rodin in smoking nero. E si è mosso a malapena, per ore. Alla fine la gara è stata vinta da Oleg Pedan, 29 anni, proprietario di una cigar lounge di San Pietroburgo, in Russia: ha fumato per 3 ore, 26 minuti e 46 secondi (sia Cioffi che Kovacic sono stati eliminati ben prima).
Il campionato prevede anche una competizione riservata alle donne, che quest’anno è stata vinta da Elena Tronina con il tempo di 2 ore e 36 minuti. L’ambiente, ha raccontato Keh, è lussuoso: la festa prevedeva champagne, ballerini e fuochi d’artificio. Il premio consisteva in un orologio, un accendino, un coltello, una scatola da 500 sigari e un anello: tutti pezzi unici nel loro genere, e ciascuno del valore di diverse migliaia di dollari.