Martedì alle 19 il presidente del Consiglio Giuseppe Conte riferirà alla Camera sul presunto conflitto di interessi scoperto dal Financial Times
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte interverrà alla Camera dei Deputati alle 19 di martedì per spiegare la sua versione sul presunto conflitto di interessi raccontato la scorsa settimana in un articolo del Financial Times, che aveva scoperto che una società finanziata da un fondo d’investimento finito al centro di uno scandalo finanziario in Vaticano aveva assunto Conte come consulente poco prima della sua nomina a capo del governo. La vicenda, in realtà, era già stata raccontata in buona parte nel giugno del 2018 da Repubblica.
Domani alle ore 19 informativa urgente in Aula del Presidente del Consiglio @GiuseppeConteIT su un asserito conflitto di interessi connesso ad un incarico professionale assunto prima dell'incarico di governo #OpenCamera
— Camera dei deputati (@Montecitorio) November 4, 2019
In breve, la questione è che nel maggio del 2018 Conte aveva dato una consulenza legale al fondo Fiber 4.0 in occasione di uno scontro con un’altra cordata di azionisti per il controllo di Retelit, una società proprietaria di 8 mila chilometri di fibra ottica in tutta Italia. Conte aveva spiegato al fondo che l’unico modo di risolvere la situazione era un intervento del governo tramite il “golden power”, lo strumento che permette all’esecutivo di imporre a società ritenute strategiche, come quelle di telecomunicazioni, di seguire particolari orientamenti o di fare certe scelte piuttosto che altre. Meno di un mese dopo Conte divenne presidente del Consiglio e in uno dei primi Consigli dei ministri venne deciso di esercitare il “golden power” su Retelit, esattamente come lui stesso aveva suggerito nel suo parere per conto di Fiber 4.0.
Conte ha respinto le accuse, spiegando di non aver partecipato alla riunione in cui si era deciso l’uso del “golden power”. La cosa vera scoperta dal Financial Times è che il denaro con cui il finanziere Raffale Mincione aveva conquistato la posizione di guida all’interno di Fiber 4.0, circa 200 milioni di euro, proveniva dalla segreteria di Stato del Vaticano: Conte ha detto di non saperne niente.