Il primo percorso, cinque mesi prima della caduta del muro di Berlino
Dalla primavera del 1989 l’Ungheria alleggerì i controlli alla frontiera con l’Austria, consentendo di fatto ai tedeschi dell’Est di raggiungere la Germania Ovest
di Simone Storti
Il 27 giugno 1989 i ministri degli esteri di Austria e Ungheria, Alois Mock e Gyula Horn, tranciarono con delle tenaglie il filo spinato al confine tra i due paesi, davanti a molti fotografi. L’eliminazione della barriera tra Austria e Ungheria fu la prima apertura ufficiale – cinque mesi prima della “caduta del Muro” a Berlino – della “cortina di ferro”, il confine che durante la cosiddetta “Guerra Fredda” aveva separato l’Europa Occidentale alleata degli Stati Uniti dall’Europa Orientale parte del blocco comunista. Il taglio del filo spinato da parte dei due ministri fu un evento simbolico: in realtà già a maggio i soldati ungheresi avevano iniziato a smantellare le barriere al confine con l’Austria.
L’attraversamento del confine da parte di cittadini della Repubblica Democratica Tedesca (la Germania Est) non era tuttavia ancora legale: l’Ungheria era infatti vincolata da un accordo del 1969 con la Germania Est a impedire legalmente che i cittadini di quest’ultima raggiungessero la Repubblica Federale di Germania (la Germania Ovest) attraverso l’Austria. L’eliminazione delle barriere fisiche al confine spinse però molti tedeschi dell’Est e cittadini dei paesi comunisti a raggiungere comunque la Germania Ovest passando a sud dall’Ungheria e dall’Austria.
La posizione dell’Ungheria in quel momento non era semplice: da un lato, secondo l’accordo del 1969 con la Germania Est, avrebbe dovuto fermare i tedeschi dell’Est; dall’altro, a marzo era stato il primo paese del Patto di Varsavia, l’alleanza tra i paesi comunisti europei, ad aderire alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati, con cui si era vincolata a rispettare i diritti umani delle persone che fuggivano dal loro paese in cerca di asilo.
Nelle dichiarazioni ufficiali, quindi, l’Ungheria negava di voler diventare un paese di transito per i tedeschi dell’Est che volevano raggiungere l’Ovest. Nella pratica, però, alleggerì i controlli ai confini. Oltre a smantellare la barriera, smise di timbrare i passaporti dei tedeschi dell’Est sorpresi a tentare per la prima volta di attraversare il confine, mentre continuò a farlo per chi veniva fermato più volte. La pratica dei timbri sui passaporti, conseguenza dell’accordo del 1969, era molto rischiosa per chi non riusciva ad attraversare il confine: tornare in patria con quel timbro sul passaporto avrebbe potuto portare alla perdita del lavoro o addirittura all’arresto.
In agosto circa 900 persone provenienti dalla Germania Est, in prevalenza famiglie, riuscirono a raggiungere l’Austria mescolandosi ai partecipanti ad un “picnic pan-europeo”, una manifestazione pacifica organizzata lungo il confine, nella stessa località in cui i due ministri degli Esteri avevano tranciato il filo spinato due mesi prima. Durante l’evento i manifestanti attraversarono il confine come gesto simbolico per chiedere l’abolizione delle frontiere nell’Europa centrale. I tedeschi dell’est si mescolarono a loro, ma poi non tornarono in Ungheria; le guardie di confine ungheresi non intervennero. Presto fu chiaro che la fuga di massa era stata organizzata dalla Germania Ovest: l’ambasciata a Budapest aveva suggerito ai tedeschi dell’Est di partecipare al picnic, mentre l’ambasciata a Vienna aveva organizzato il loro trasferimento dall’Austria alla Germania Ovest.
L’11 settembre 1989 l’Ungheria decise infine di togliere ogni limitazione all’attraversamento della frontiera da parte dei tedeschi dell’Est, legalizzando ciò che nei mesi precedenti molti erano già riusciti a fare. La decisione fu presentata dal ministro degli Esteri Gyula Horn come un provvedimento temporaneo, ma rimase in vigore fino alla successiva apertura del confine tra le due Germanie, il 9 novembre 1989.
Questo e gli altri articoli della sezione La fine del Muro di Berlino sono un progetto del corso di giornalismo 2019 del Post alla scuola Belleville, progettato e completato dagli studenti del corso.