In Russia è entrata in vigore una legge per aumentare il controllo dello stato su internet
In Russia è entrata in vigore una legge che permette allo stato di controllare le comunicazioni su internet e la cui introduzione è stata molto criticata dagli oppositori del governo, per il timore che possa essere usata per limitare la libertà d’espressione. Secondo il governo la legge serve per garantire la sicurezza informatica, riducendo gli attacchi informatici dall’estero, e un portavoce ha detto che gli utenti di internet non si accorgeranno di nessun cambiamento.
La legge dà al governo la possibilità di interrompere le connessioni a un server che si trova in Russia o quelle ai server che si trovano in altri paesi, «in caso di emergenza», ed è il governo stesso a stabilire quando ci sia «un’emergenza». La legge obbliga le società dei provider di internet a installare dei dispositivi per identificare le fonti del traffico su internet e filtrare i contenuti. Tali dispositivi permetteranno al Roskomnadzor – l’agenzia federale del governo russo che si occupa di telecomunicazioni – di bloccare un sito più facilmente e in generale permetteranno al governo di limitare i contenuti visibili agli utenti senza che sia necessario l’intervento di un tribunale. Secondo gli esperti però non è chiaro quanto efficacemente funzionerà il sistema di controllo di internet, dato che è probabilmente molto costoso e complesso dal punto di vista tecnico.
La legge non è la prima misura restrittiva introdotta dal governo russo riguardo a internet. Lo scorso marzo il parlamento russo aveva approvato una legge per punire diverse forme di dissenso online che prevede multe per chi diffonde «notizie false» o più semplicemente mostra «mancanza di rispetto» verso il governo, la società o le istituzioni russe. Sempre a marzo migliaia di persone avevano protestato contro la legge sul controllo di internet a Mosca.