La Grecia ha approvato una legge che renderà più difficile ottenere l’asilo
E più facile espellere i richiedenti la cui domanda di protezione internazionale è stata bocciata
Il parlamento greco ha approvato una legge che renderà più complicato ottenere lo status di rifugiato da parte dei migranti che arrivano nel paese. La legge è stata appoggiata dal partito di centrodestra al governo, Nuova Democrazia, e dai Socialisti del “Movimento per il Cambiamento”: renderà più stringenti i criteri usati per stabilire a chi concedere l’asilo e faciliterà le espulsioni dei richiedenti la cui domanda di protezione internazionale è stata bocciata.
Secondo i suoi sostenitori, la nuova legge avrà l’effetto di ridurre i tempi di analisi delle domande di asilo, ma diverse organizzazioni internazionali, tra cui l’UNHCR (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), credono che le nuove regole toglieranno diritti e garanzie ai migranti che cercano protezione internazionale.
La legge è stata approvata in un momento molto particolare e complicato per il sistema di accoglienza dei migranti in Grecia, messo sotto pressione dal recente aumento del numero degli arrivi, il più netto e significativo dal 2015. Dunja Mijatović, commissario europeo per i diritti umani, ha visitato di recente le isole greche di Lesbo e Samo, le più colpite dall’arrivo dei migranti dalla Turchia, dove di recente ci sono stati incendi e altri problemi. Mijatović ha commentato con parole piuttosto dure quello che ha visto: «La situazione dei migranti, tra cui i richiedenti asilo, nei campi delle isole greche è peggiorata in maniera significativa negli ultimi 12 mesi. È necessario adottare misure urgenti per affrontare le disperate condizioni in cui si trovano migliaia di essersi umani».
Sulle isole greche di fronte alla Turchia ci sono più di 35mila migranti, la maggior parte dei quali sta aspettando di sapere qualcosa della propria richiesta di asilo. A causa dell’alto numero delle richieste (68mila), e di un sistema poco efficiente, in Grecia i migranti possono passare anche cinque o sei anni ad aspettare una risposta alle loro domande di protezione internazionale.