Un tribunale australiano ha stabilito che una legge che tassava i lavoratori stranieri è illegale nei confronti dei cittadini di otto paesi
Un tribunale australiano ha stabilito che una legge australiana che tassava i lavoratori stranieri è illegale nei confronti dei cittadini di otto paesi: Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Finlandia, Cile, Giappone, Norvegia e Turchia. La cosiddetta “backpacker tax”, “la tassa dello zaino in spalla”, era stata approvata dal governo nel 2017 e stabiliva una tassa del 15 per cento su due categorie di visto per la vacanza-lavoro. Secondo il tribunale la legge viola alcuni trattati stipulati con gli otto paesi citati, che impongono all’Australia di tassare i loro cittadini come previsto dalla legge australiana, e cioè solo chi ha un reddito annuale che supera i 18.200 dollari australiani, circa 11mila euro.
La legge era stata contestata da una società fiscale internazionale per conto di una turista britannica, Catherine Addy, che aveva lavorato come cameriera a Sydney nel 2016. L’ufficio delle tasse australiano ha detto che sta valutando se ricorrere in appello, intanto i giornali locali scrivono che il governo potrebbe dover risarcire i lavoratori stranieri pagando complessivamente alcuni milioni di euro. Ogni anno circa 150 mila stranieri vanno in Australia con un visto per vacanza-lavoro.