L’inaspettato successo degli AirPods
Gli auricolari wireless di Apple, considerati all'inizio piuttosto brutti e costosi, ora sono ovunque: come è stato possibile?
La storia di Apple è stata attraversata da molti prodotti che al momento della loro presentazione avevano fatto storcere più di qualche naso, ma che col tempo si sono rivelati degli enormi successi commerciali: dall’iPod all’iPhone, che hanno stravolto rispettivamente il mercato della musica e della telefonia, ai vari iPad e Apple Watch, che a loro modo hanno creato da zero una fetta di mercato che era sostanzialmente inesistente prima della loro comparsa. C’è un altro prodotto di cui si parla poco e che invece rappresenta benissimo la capacità di Apple di creare oggetti che vanno oltre la loro semplice funzione e diventano status symbol: gli AirPods.
Il 7 settembre del 2016 Apple presentò durante un evento a San Francisco i suoi due nuovi modelli di iPhone, l’iPhone 7 e l’iPhone 7 Plus. La novità maggiore di quei due nuovi telefoni fu la scomparsa dell’uscita audio mini-jack, sostituita da una uscita Lightning. In sostanza, chi voleva usare un paio di normali cuffie dotate di jack audio avrebbe dovuto utilizzare un adattatore, o accontentarsi degli auricolari inclusi nella confezione degli iPhone. Contemporaneamente alla scomparsa del jack audio, però, Apple introdusse anche un nuovo prodotto, pensato esclusivamente per i possessori di iPhone: gli AirPods, auricolari senza fili che si connettono al telefono via bluetooth, e che si ricaricano utilizzando un’apposita custodia a sua volta ricaricabile.
Quando vennero presentati, gli AirPods suscitarono fin da subito diversi dubbi tra gli addetti ai lavori, a cominciare dal prezzo molto elevato e dal design scelto da Apple. Gli AirPods costavano – e costano ancora – 159 dollari negli Stati Uniti e 179 euro in Italia (oggi se n’è aggiunta una versione con ricarica wireless da 229 euro), una cifra considerata da molti esagerata, soprattutto a causa della qualità dell’audio, giudicata in linea con quella dei normali auricolari se non inferiore.
Critiche sul prezzo a parte – cosa che succede sempre con i prodotti Apple – a far discutere degli AirPods è stato soprattutto il design. Gli AirPods infatti si presentavano come auricolari pressoché identici agli EarPods, ma con una base più lunga di qualche centimetro. Non mancarono ironie e prese in giro e, subito dopo la presentazione, su Internet iniziarono a circolare meme in cui gli AirPods venivano paragonati alle punte intercambiabili degli spazzolini elettrici. Chi criticava gli AirPods, in sostanza, sosteneva che fossero un prodotto piuttosto brutto, non degno della storica attenzione al design di Apple.
Airpod preview, in case you were wondering. #appleEvent pic.twitter.com/e5XJEGB6Rw
— Victor (@victorbaro) September 7, 2016
Il fatto che, a differenza di altri auricolari bluetooth in commercio, gli AirPods venissero venduti in una misura standard per tutti fece sorgere alcuni dubbi anche circa la loro stabilità. I test a cui furono sottoposti quando vennero messi in vendita dimostrarono però che gli AirPods rimanevano nelle orecchie più solidamente di quanto si potesse pensare, anche in caso di movimenti bruschi. Alcuni presero in giro Apple anche su questo, sostenendo che avrebbe presto messo in vendita dei costosi cavi per evitare che i possessori degli AirPods li perdessero (cosa che poi in effetti è successa, anche se a realizzare i cavi non è stata Apple).
Nel corso di questi anni, però, le qualità degli AirPods hanno sorpassato i dubbi e le ironie sul prezzo e sul design un po’ goffo, e lo hanno fatto diventare un prodotto di grande successo, che oggi è diventato comunissimo vedere in giro. La custodia, per esempio, è uno degli elementi più apprezzati dagli esperti e da chi li possiede: è molto solida, gli auricolari vi si incastrano alla perfezione magneticamente, ed è molto pratica da portare con sé. Non avere fili da sbrogliare o jack da incastrare è molto pratico, ed effettivamente l’assenza di un filo li rende molto stabili nelle orecchie.
Un’altra ragione del successo degli AirPods è l’integrazione che hanno con i dispositivi Apple: le nuove versioni, per esempio, hanno introdotto i comandi vocali per attivare l’assistente Siri senza dover prendere in mano il telefono, ma funzionano alla perfezione anche con i computer Mac e con i dispositivi non Apple. Inoltre, prossimamente ne dovrebbe uscire un nuovo modello con inclusa la cancellazione del rumore ambientale.
A più di tre anni dal loro lancio sul mercato, gli scetticismi iniziali sembrano quindi ingiustificati. La contrazione della vendita degli iPhone – e degli smartphone in generale – ha fatto sì che gli accessori diventassero sempre più importanti nel business di Apple. Nel 2018 gli AirPods hanno dominato il mercato degli auricolari bluetooth, raggiungendo il 60 per cento delle vendite totali di tutto il settore.
Nel terzo trimestre dell’anno fiscale in corso la divisione “wearable” di Apple, che comprende AirPods, Apple Watch e i dispositivi domestici, è cresciuta fino a registrare vendite nette per 5,5 miliardi di dollari (circa 5 miliardi di euro): per fare un paragone, le vendite dei soli iPad sono state di 5 miliardi di dollari (4,5 miliardi di euro). Quest’anno si stima che si venderanno circa 50 milioni di AirPods, e Apple crede che nei prossimi anni le vendite cresceranno ancora, arrivando nel 2021 a rappresentare il 3,5 per cento delle entrate totali dell’azienda.
Lo scorso marzo Jony Ive, storico capo del design di Apple che ha lasciato l’azienda a giugno, ha parlato a GQ del successo degli AirPods, e del perché questi fossero stati inizialmente poco apprezzati. Ive ha detto di credere che le critiche fossero «una reazione basata su una comprensione accademica, piuttosto che su una comprensione pratica e quotidiana degli auricolari. Si tende a concentrarsi sulle caratteristiche di cui è facile parlare, ma solo perché se ne parla non vuol dire che quelle siano le caratteristiche importanti. Sono semplicemente le caratteristiche di cui è facile parlare».