Che cos’è la Cavallerizza Reale
L'edificio patrimonio dell'UNESCO che è bruciato ieri a Torino era in parte occupato da alcuni collettivi e da anni al centro di una questione politica sul suo destino
Lunedì mattina verso le 7.45 è iniziato un incendio in uno degli edifici della Cavallerizza Reale, storico complesso architettonico nel centro di Torino, riconosciuto patrimonio dall’UNESCO e da anni in parte occupato da alcuni collettivi di estrema sinistra. L’incendio è iniziato nelle ex stalle dello stabile, chiamate “Le Pagliere”, dove ci sono i magazzini, dove viene accatastato materiale di risulta e dove lo scorso venerdì erano stati tagliati gli allacciamenti abusivi alla corrente elettrica.
Sul posto erano intervenute diverse squadre dei vigili del fuoco: dopo tre ore hanno spento l’incendio, che ha causato danni soprattutto al tetto. Il prefetto di Torino Claudio Palomba ha detto che non ci sono stati feriti e che l’area dell’edificio interessata dell’incendio, in precedenza già dichiarata inagibile, è stata messa sotto sequestro. Non è ancora chiaro che cosa sia successo: alcuni hanno ipotizzato che l’incendio possa essere stato di origine dolosa, ma non c’è ancora una conferma ufficiale. All’interno della Cavallerizza c’erano già stati due incendi, uno nel 2014 e uno nel 2016.
La Cavallerizza Reale è un edificio progettato nel 1740 per ospitare le scuderie, i maneggi e gli spazi per l’addestramento equestre dell’Accademia Reale: è enorme, ci sono dei teatri, una residenza universitaria e un’aula magna, tra le altre cose. Dal 1997, insieme alle residenze sabaude, cioè insieme ad altri ventidue edifici nel centro e fuori Torino, è stata dichiarata patrimonio dell’UNESCO. La proprietà di queste residenze non è unica e questo è uno dei motivi della difficoltà di gestione.
La Cavallerizza è di proprietà del comune di Torino, che dal 2009 ha tentato di vendere la struttura ai privati per realizzare al suo interno appartamenti di lusso, negozi e alberghi. Nel maggio del 2014 un’organizzazione dal nome Assemblea Cavallerizza 14:45 (dall’orologio fermo sulla facciata) riaprì la Cavallerizza Reale e la occupò opponendosi alla vendita, organizzò una grande assemblea cittadina a cui parteciparono oltre 400 persone e diversi consiglieri comunali, e avviò l’apertura di uno spazio di cultura accessibile ed eterogeneo, tuttora attivo: teatro, musica, installazioni, perfomance, festival (il più conosciuto è HERE), laboratori di scultura, musica elettronica, arti visive, residenze artistiche e così via. Eventi a cui hanno partecipato migliaia di persone e che hanno portato a Torino artisti e musicisti da tutto il mondo.
All’interno degli spazi occupati ci sono stati nel tempo diversi problemi: i centri sociali se ne sono allontanati, così come i movimenti femministi; c’è stato un episodio di stupro denunciato lo scorso giugno; si sono verificati furti, spaccio e microcriminalità. Il gruppo “Assemblea Cavallerizza 14:45” sostiene che questi problemi siano stati causati da «soggetti estranei alla comunità di artisti e studenti che animano il luogo e di cui sono stati messi a conoscenza l’Amministrazione pubblica e le forze dell’ordine».
Nel 2015 “Assemblea Cavallerizza 14:45” denunciò all’UNESCO il pericolo di possibili manovre speculative sull’edificio e avviò un dialogo con la nuova giunta del Movimento Cinque Stelle. Lo scorso marzo il comune ha fatto un accordo con la Cassa depositi e prestiti per cercare privati che potessero contribuire alla ristrutturazione del complesso, e la prossima settimana presenterà il piano di rilancio del luogo. Il piano prevede che una parte dello stabile rimanga gestita dagli attuali occupanti ma non più in modo abusivo (qui è possibile leggere le varie tappe della negoziazione con le varie amministrazioni dal 2009 ad oggi).