Trudeau può vincere ancora?
Oggi si vota in Canada, e il partito del primo ministro probabilmente non riuscirà a ottenere la maggioranza assoluta: una guida
Oggi in Canada si vota per rinnovare la Camera dei Comuni, la camera bassa del parlamento canadese (che come nel sistema britannico è l’unica elettiva). Sono passati quattro anni dalle ultime elezioni, che un po’ a sorpresa furono vinte dal 43enne Justin Trudeau del Partito Liberale di centrosinistra: fino a quel punto era conosciuto più che altro per essere il figlio di Pierre Elliott Trudeau, leggendario e carismatico ex primo ministro del Canada negli anni Settanta e nei primi Ottanta, ma poi è diventato a sua volta famosissimo in tutto il mondo.
Trudeau iniziò la sua carriera da primo ministro in mezzo a tantissimo entusiasmo, e per un po’ le cose effettivamente gli andarono bene: lui sembrava non sbagliarne una, e il Canada tutto sommato cresceva. Queste elezioni arrivano però dopo una serie di scandali che negli ultimi mesi hanno coinvolto Trudeau in prima persona, facendogli perdere progressivamente molto del consenso che aveva conquistato fin qui. Al voto di oggi non ci arriva più da grande favorito, ma appaiato nei sondaggi al candidato del Partito Conservatore, Andrew Scheer.
Come funziona il voto
Il voto si svolgerà con un sistema elettorale maggioritario puro a collegi uninominali (ogni parlamentare rappresenta un distretto elettorale) e in tutto si eleggeranno 338 membri della Camera dei Comuni. Per avere la maggioranza dei seggi in Parlamento è necessario quindi vincere almeno in 170 circoscrizioni (la metà più una).
Così come nel Regno Unito, anche in Canada il sistema elettorale è “first past the post”, quindi la percentuale di consenso di cui gode un partito non rispecchia necessariamente il numero di seggi che otterrà in Parlamento: in ogni circoscrizione viene eletto il candidato che ottiene la maggioranza dei voti e, se un partito non riesce a raggiungere la maggioranza relativa dei voti in nessun singolo collegio, non riceve nemmeno un seggio (è un sistema che di solito premia i grandi partiti, escludendo dal Parlamento o limitando molto quelli più piccoli).
Dagli ultimi sondaggi la situazione appare piuttosto incerta, e non sembra che un partito possa riuscire a ottenere la maggioranza assoluta dei seggi, come era riuscito a fare invece Trudeau nel 2015. L’ipotesi più probabile in questo caso è che si formi un governo di minoranza (una cosa successa di frequente nella storia politica del Canada) o un governo di coalizione.
Chi sono i candidati
I candidati per la carica di primo ministro sono Justin Trudeau del Partito Liberale, Andrew Scheer del Partito Conservatore, Elizabeth May dei Verdi, Jagmeet Singh del socialdemocratico Nuovo Partito Democratico (NDP), Yves-Francois Blanchet del Bloc Québécois, il partito nazionalista di sinistra dei francofoni del Quebec e Maxime Bernier del Partito Popolare del Canada, di destra. I due favoriti sono Trudeau e Scheer, leader dei due più importanti partiti canadesi nonché gli unici partiti ad aver governato il paese in tutta la sua storia insieme all’ex Partito Conservatore Progressista, che nel 2003 si fuse con l’Alleanza Canadese per dare vita al nuovo Partito Conservatore.
Scheer, che ha 40 anni, è diventato leader del partito nel 2017, succedendo all’ex primo ministro Stephen Harper e alla sua sostituta ad interim Rona Ambrose, e negli ultimi mesi ha guadagnato sempre più consensi. In campagna elettorale si è presentato come un politico di centrodestra moderato, ha condannato ripetutamente ogni forma di intolleranza e razzismo e su diversi temi si è mostrato più vicino a Trudeau che al suo predecessore Harper. Allo stesso tempo, però, ha promesso una dura lotta nei confronti dell’immigrazione illegale, in particolare quella proveniente dall’America Centrale.
Gli ultimi sondaggi dicono che sia il Partito Liberale che il Partito Conservatore dovrebbero ottenere al massimo 132 seggi, cosa che impedirebbe loro di governare da soli. Per effetto del sistema elettorale il Bloc Québécois, che a livello nazionale dovrebbe raggiungere solo il 7 per cento dei consensi, sarebbe invece il terzo partito in Parlamento, con circa 35 seggi, seguito dal Nuovo Partito Democratico a 32.
Di cosa si è parlato in campagna elettorale
In questi anni il governo di Trudeau ha raggiunto buoni risultati economici, spinti da grandi investimenti infrastrutturali e da una maggiore spesa pubblica, e una diminuzione della disoccupazione, tutti fattori che di norma darebbero al partito di governo un grande vantaggio. Le cose però per Trudeau vanno meno bene di quanto ci si potrebbe aspettare, come dimostrano i sondaggi.
I temi principali della campagna elettorale sono stati infatti soprattutto gli scandali che hanno coinvolto Trudeau e il suo governo negli scorsi mesi. Il principale è quello legato all’azienda SNC-Lavalin, che si è concluso per il primo ministro canadese senza grosse conseguenze concrete ma con un grosso danno di immagine. L’altro, più recente, ha coinvolto la comparsa di una foto che lo mostra ventinovenne con la faccia colorata di nero, il cosiddetto “blackface”, considerato molto offensivo nei confronti delle persone afroamericane.
Durante il dibattito tra tutti i candidati che si è tenuto lo scorso 7 ottobre Trudeau e Scheer hanno avuto una discussione piuttosto intensa, con quest’ultimo che ha accusato Trudeau di essere «falso» e ha detto che non merita di essere rieletto. Trudeau ha replicato agli attacchi di Scheer criticando le sue posizioni sull’aborto: il leader dei Conservatori è antiabortista, anche se ha sempre detto che se eletto il suo partito non porterà avanti politiche per limitare l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza.
Un altro tema che ha avuto grande spazio nel dibattito è stato il cambiamento climatico e la salvaguardia dell’ambiente, su cui Trudeau è stato attaccato da tutti i partiti di opposizione. Per i Verdi le politiche di Trudeau sono poco ambiziose e «destinate al fallimento», mentre Singh, del Nuovo Partito Democratico, durante il dibattito ha commentato la differenza di posizioni tra Scheer e Trudeau sulle questioni ambientali dicendo agli elettori: «Non dovete scegliere tra il Signor Negare e il Signor Posticipare».