A Santiago, in Cile, è stato dichiarato lo stato di emergenza dopo una giornata di violenti scontri per l’aumento delle tariffe dei mezzi pubblici
A Santiago, in Cile, è stato dichiarato lo stato di emergenza dopo una giornata di violenti scontri per l’aumento delle tariffe dei mezzi pubblici. Le proteste, iniziate dopo l’annuncio di aumenti dei biglietti fino a 831 pesos cileni (circa 1 euro), andavano avanti da una settimana, ma venerdì sono diventate particolarmente violente. I manifestanti, per la maggior parte studenti universitari e delle scuole superiori, hanno attaccato diverse stazioni della metropolitana della città, accendendo fuochi, ribaltando auto parcheggiate e bruciando almeno un autobus. La polizia ha risposto con cariche e gas lacrimogeni. Complessivamente gli scontri hanno provocato danni per più di 600.000 euro e la metropolitana di Santiago – una delle più moderne del Sud America, con 140 chilometri di linee e 136 stazioni – resterà chiusa per almeno due giorni per permettere il ripristino di tutte le infrastrutture danneggiate negli scontri. Lo stato di emergenza, deciso dal presidente Sebastián Piñera, garantirà maggiori poteri alle forze di polizia e avrà una durata massima di 15 giorni.