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  • Sabato 12 ottobre 2019

Le enormi riserve di carne della Cina

Migliaia di tonnellate di carne di maiale vengono conservate per i casi di emergenza, e negli ultimi tempi l'emergenza c'è stata

Un mercato di Pechino, Cina, 15 febbraio 2015 (Imaginechina via AP Images)
Un mercato di Pechino, Cina, 15 febbraio 2015 (Imaginechina via AP Images)

Per far fronte all’epidemia di peste suina africana che ha decimato gli allevamenti del paese causando un aumento record dei prezzi della carne, il governo cinese ha deciso di attingere alle proprie riserve strategiche di carne di maiale congelata. Quando si parla di riserve strategiche di carne, scrive il New York Times, si potrebbe «pensare a enormi cumuli di salsicce, pancetta e costolette conservate nei sotterranei segreti di tutto il paese». Non è così che funziona, ma la riserva cinese di carne di maiale esiste e funziona come la Strategic Petroleum Reserve, la riserva gestita dal dipartimento dell’Energia statunitense che viene usata quando è necessario stabilizzare il mercato del petrolio.

La Cina consuma oltre 50 milioni di tonnellate di carne di maiale all’anno: quasi la metà della carne di maiale che ogni anno viene consumata da tutta l’umanità. Non è chiarissimo a quanto ammontino le sue riserve strategiche – è un segreto di Stato – ma il governo ha dato comunque qualche indicazione, visto che l’eccessiva segretezza non avrebbe l’effetto di rassicurare le persone, che è l’obiettivo di avere delle scorte. In un saggio del 1996 citato dal New York Times, un funzionario della società che insieme al governo gestiva la riserva nazionale di maiale scrisse che la scorta ufficiale era passata da 20 mila tonnellate iniziali a 200 mila tonnellate. Il numero è poi calato nei primi anni 2000, ma sembra essersi ripreso nel corso del 2011, quando il ministero cinese del Commercio dichiarò che la riserva nazionale era tornata ad essere di circa 200 mila tonnellate.

Il governo centrale ha più di una dozzina di magazzini sparsi in tutto il paese, ognuno dei quali può contenere circa 10 mila tonnellate di carne di maiale cruda congelata. Esistono anche società private e statali che collaborano con le autorità per gestire le riserve nazionali e locali, riserve che non contengono solo carne, ma dagli anni Novanta anche suini vivi. Il governo ha stabilito che il maiale conservato venga sostituito tre volte all’anno, il che significa che nessun pezzo di carne dovrebbe rimanere nella riserva per più di quattro mesi.

La grande domanda, dice il New York Times, è se queste riserve saranno davvero sufficienti per avere un effetto significativo sull’andamento dei prezzi e sugli approvvigionamenti. Gli analisti hanno calcolato che nel 2019 gli allevamenti di suini in Cina si sono ridotti del 40 per cento rispetto allo scorso anno, poiché i maiali sono morti di peste suina africana o sono stati abbattuti per evitare la diffusione della malattia. Si prevede anche che il paese produrrà il 30 per cento in meno di carne di maiale e cioè 16 milioni di tonnellate in meno. Contro questi numeri, 200 mila tonnellate potrebbero sembrare un numero molto piccolo.

Nelle ultime settimane, comunque, il governo ha deciso di attingere alle riserve strategiche immettendo sul mercato più di 10 mila tonnellate di carne di maiale e ha anche avviato una campagna per il consumo di pollo. Nel frattempo, scrive Bloomberg, per far fronte alla scarsità dei capi di bestiame, alcune aziende hanno cominciato ad allevare maiali giganti. A Nanning, capitale della provincia del Guangxi, un allevatore ha maiali che pesano oltre 500 chili, grandi come orsi polari. Anche le grandi società si stanno muovendo in questa direzione, con l’obiettivo di aumentare il peso medio di ciascun animale di almeno il 14 per cento: per massimizzare i profitti.

La Cina è rimasta uno dei pochi paesi al mondo a fare scorta di cibo su vasta scala. Il Québec, in Canada, ha una riserva di sciroppo d’acero e fino a non molto tempo fa gli Stati Uniti avevano una riserva nazionale di uva passa. Il sistema di riserva di cibo in Cina fu creato da Mao, all’interno di un sistema di economia pianificata: esistevano scorte di emergenza di grano, sale e zucchero già dagli anni Cinquanta. L’avvio di un’economia di mercato ha trasformato poi queste riserve in uno strumento per controllare le oscillazioni dei prezzi, non solo del maiale, ma anche di manzo, pollo e agnello.