Otto persone sono state condannate per l’incendio dello scorso ottobre nel deposito di rifiuti di via Chiasserini a Milano
Otto persone sono state condannate per l’incendio dello scorso ottobre nel deposito di rifiuti di via Chiasserini a Milano. Il Corriere della Sera scrive che la condanna più grave, a 6 anni e 6 mesi di carcere, è stata data ad Aldo Bosina, titolare della società che gestiva il deposito, mentre tra gli altri condannati (quattro dei quali processati con rito abbreviato) ci sono amministratori di società intermediarie, imprenditori e dipendenti della società di Bosina. Gli imputati sono stati anche condannati a pagare grossi risarcimenti alla Città Metropolitana e al Comune di Milano, mentre sono ancora in corso le indagini per individuare gli autori materiali dell’incendio.
L’incendio era cominciato domenica 14 ottobre 2018 in un capannone in via Chiasserini a Milano, in un’area scarsamente abitata tra i quartieri Bovisa, Bovisasca e Quarto Oggiaro. Per spegnerlo completamente c’erano voluti diversi giorni di lavoro: le fiamme avevano anche raggiunto un vicino deposito di autobus del comune e il fumo era arrivato in diversi quartieri della città. L’incendio fu collegato alla crescente crisi dello smaltimento dei rifiuti in tutta Italia: da qualche anno la Cina ha ridotto gli acquisti di materiale plastico da usare nell’industria degli imballaggi e gli inceneritori faticano a tenere il passo con i ritmi richiesti. Capita quindi che i rifiuti vengano venduti a piccole società che li accumulano fino a che decidono di bruciarli illegalmente, per evitare alti costi di gestione e smaltimento.