Abbiamo provato tre macchine del caffè senza capsule
Per risparmiare, produrre meno rifiuti e bere un caffè più buono, ma principalmente per i cappuccini
Un po’ perché sono piccole e facili da usare, un po’ per il costo accessibile, negli ultimi anni nelle case e nei luoghi di lavoro si sono diffuse moltissimo le macchinette del caffè a capsule, tipo quelle di Nespresso, per intenderci. Non sono però le uniche macchine per fare il caffè che esistono: ci sono anche quelle che vanno a cialde (che hanno filtri di carta al posto di plastica e alluminio) e quelle cosiddette “automatiche”, che macinano direttamente i chicchi di caffè tostati.
Al Post, dove usiamo da anni una macchinetta a capsule, un redattore ha recentemente sollevato la questione della sostenibilità ambientale ed economica di questa soluzione. Le capsule infatti sono difficili da riciclare, a meno che non si acquistino quelle fatte per essere compostabili (si buttano nell’umido), che però hanno comunque un incarto singolo. Le cialde sono un po’ più economiche e compostabili, ma sono meno efficaci nella conservazione dell’aroma. Per questo l’alternativa apparentemente più vantaggiosa, se si riesce ad ammortizzare la spesa iniziale, sono le macchine automatiche che fanno il caffè a partire direttamente dai chicchi. Il costo è più alto rispetto a quelle che vanno a capsule, ma si risparmia a lungo termine sull’acquisto del caffè. Ne abbiamo provate tre e poi abbiamo votato la nostra preferita.
I nostri test
Per scegliere le macchine da testare abbiamo guardato la classifica delle più vendute su Amazon e abbiamo selezionato tre modelli di tre marche diverse, tutte note per la qualità dei propri prodotti, con un prezzo inferiore ai 350 euro, cioè della fascia più economica di questo genere di macchine, che possono arrivare a costare anche un migliaio di euro. Le tre macchine sono la Gaggia Naviglio, la Philips Serie 2200 e la De’ Longhi ESAM2600.
Montandole e attivandole (operazioni che richiedono pochi minuti) ci siamo accorti che sono tutte molto simili tra loro: in alto hanno una specie di imbuto dove versare i grani di caffè (non troppi alla volta), su un lato c’è il cassetto dell’acqua, sul davanti i due rubinetti da cui esce il caffè e il pannarello (un beccuccio che eroga vapore) per “montare” il latte. Quello che cambia da macchina a macchina sono i pulsanti e in alcuni casi le funzioni, ma alla fine in questa fascia di prezzo fanno tutte più o meno le stesse cose. Gli oltre 200 caffè che abbiamo bevuto in queste settimane di test sono stati fatti con questi chicchi Lavazza Qualità Rossa, ma in commercio c’è ampia scelta.
Molti redattori si sono trovati d’accordo sul fatto che il sapore del caffè fatto con le macchine automatiche è più buono rispetto a quello del caffè delle capsule, ma c’è stato anche qualcuno che ha detto di non aver notato particolari differenze: non ci sono grandi esperti degustatori tra noi, c’è da dire. Il sapore del caffè delle macchine automatiche dovrebbe essere più forte perché, quando viene macinato, il caffè perde in poco tempo il grosso degli aromi (nei primi 15 minuti circa il 65 per cento, dice il Gambero Rosso). Se si macinano i chicchi sul momento, invece, le proprietà aromatiche originarie del caffè dovrebbero passare direttamente dal chicco alla bevanda, che quindi avrà un sapore molto più intenso. I chicchi resistono anche molto di più al deterioramento che avviene a contatto con l’aria, ma vanno comunque conservati in un recipiente sigillato e in un luogo fresco e asciutto, come dice la confezione.
Cosa conviene di più?
Per capire quanto avremmo risparmiato sul lungo periodo rinunciando alle capsule, basandoci sui consumi della redazione del Post dove si bevono circa 100 caffè a settimana, abbiamo stimato che il costo della macchina automatica verrebbe ammortizzato dopo 21 settimane, circa 5 mesi. Questo considerando che la nostra macchinetta a capsule è costata circa 60 euro e le macchine automatiche che abbiamo provato avevano un costo medio (calcolato sui prezzi più recenti di Amazon) di 276 euro. Il costo del caffè invece passa da 20 euro per una confezione da 100 capsule, quindi 20 centesimi a espresso, a 13 euro per un chilo di caffè (per fare un espresso ne servono circa 7 grammi) quindi 9 centesimi l’uno. Naturalmente, più caffè si consuma e prima si comincia a vedere il risparmio.
Più votata: Gaggia Naviglio
Costo: 261 euro su Amazon e 281 euro su ePrice
La Gaggia Naviglio ha vinto il confronto con la seconda classificata per un solo voto, ma avrebbe meritato il primo posto anche a pari merito perché ha un prezzo significativamente più basso. Secondo la redattrice del Post che vanta il più alto numero di caffè bevuti al giorno, questa macchina è la più interessante. Dice che le piace perché il sapore del caffè la «sorprende» e perché dopo un po’ che l’ha bevuto sente ancora un retrogusto buono e simile al gusto iniziale, non il «retrogusto un po’ fastidioso» del caffè in capsule. Aggiunge che è un caffè forte e che forse non va bene per tutti i momenti della giornata, soprattutto per chi come lei è abituato a berne molti. Per chi non lo vuole troppo forte, comunque, è possibile regolare cinque livelli di macinatura e tre livelli di intensità del caffè (come si può fare anche nelle altre macchine automatiche) in modo da ottenere un risultato più vicino ai propri gusti. Diversamente dalle altre due che possono essere riempite anche con caffè già macinato, Gaggia Naviglio funziona solo coi chicchi.
Il montalatte funziona molto bene: il latte può diventare anche molto spumoso e aumentare di volume fino a 4 volte. Qualcun altro ha apprezzato il caffè, ma ha detto che il design della macchina non lo convince e che è un po’ troppo plasticosa. Un redattore è rimasto affascinato dai chicchi in movimento che si vedono attraverso il coperchio trasparente.
Comunque molto apprezzata: Philips Serie 2200
Costo: 309 euro su Amazon, ma scende spesso di qualche decina di euro (potete monitorare l’andamento sul sito Camelcamelcamel)
Al secondo posto, ma con appena un voto di distanza dal primo c’è Philips Serie 2200. I redattori che preferiscono il suo caffè dicono che esce forte e amaro, molto simile al caffè che si beve al bar, anche se non è cremoso (ma neanche quelli delle altre macchine sono molto cremosi, in confronto a quelli del bar). Con questa macchina si possono impostare 12 gradi di macinatura, dalla più fine alla più grossa, e tre livelli di intensità. Philips è anche un po’ più rumorosa rispetto alle altre due (che comunque fanno un po’ di rumore, ma sono meno fastidiose). Tra le tre che abbiamo provato, è l’unica che viene venduta con un filtro da mettere nel serbatoio dell’acqua per evitare depositi di calcare nella macchina (per le altre va comprato a parte).
Abbiamo notato che Philips, come anche Gaggia, appena prima di far uscire l’espresso perde qualche goccia d’acqua. È un piccolissimo rimasuglio dell’acqua di manutenzione della macchina che non dovrebbe intaccare il sapore del caffè: diciamo che è normale, ma se la perdita diventa sostanziosa è meglio consultare l’assistenza prima di abituarsi a un caffè annacquato. Oltre alla selezione dell’intensità, c’è un tasto che permette di scegliere tra caffè corto, medio e lungo, ma è anche possibile interrompere l’erogazione quando si vuole schiacciando il tasto “play/stop” (lo precisiamo perché in alcune recensioni gli utenti di Amazon si lamentano che il caffè è troppo lungo).
Al terzo posto: De’ Longhi ESAM2600
Costo: 258 euro su Amazon e 27o euro su ePrice
È la macchina del caffè automatica più venduta su Amazon e ha più di 270 recensioni molto buone (la media è 4,3 stelle su 5), ma nella redazione del Post non ha avuto particolare successo. Dopo averle provate tutte e tre, solo un redattore si è sbilanciato a favore di questa macchina. C’è da dire che è l’unica di cui non abbiamo osservato perdite d’acqua prima dell’erogazione del caffè e anche per questo va tenuta comunque in considerazione. La differenza rispetto alle altre due è che ha due manopole per regolare precisamente sia la lunghezza del caffè che l’intensità (le altre due hanno solo tre opzioni tra cui scegliere). Il latte per fare il cappuccino si monta poco e dopo un po’ il vapore sembra uscire a vuoto (anche l’aspetto finale è un po’ meno invitante).
Considerazioni generali
Lo svantaggio delle macchine automatiche è che sono più ingombranti delle macchinette del caffè a capsule (sono alte circa 40 centimetri, larghe 25 e lunghe 35-40) e pesano di più (tra i 7 e i 10 chili), quindi prima di acquistarne una assicuratevi di avere il giusto spazio in cucina e che sia vicino a una presa della corrente (il cavo della macchina è abbastanza corto). Tra i vantaggi, invece, c’è il fatto che si possono fare più bevande oltre al caffè espresso: il caffè americano (la preparazione è la stessa dell’espresso, ma viene allungato con acqua calda), il caffè macchiato e il cappuccino con tanto di schiuma (il latte si monta e si aggiunge dopo al caffè manualmente, non lo fa la macchina).
Si può fare anche solo l’acqua bollente per tè o tisane. Ultimo ma, come si dice, non meno importante: la macchina automatica offre massima libertà sulla scelta del caffè perché, come è facile immaginare, è compatibile con tutti i chicchi, quindi se siete attenti degustatori di caffè potete provare varie miscele e scegliere quella che vi piace di più.
Le macchine che abbiamo provato hanno un sistema di pulizia automatico che si attiva all’accensione della macchina, ma per ciascuna ci sono istruzioni specifiche che indicano come pulirla e le operazioni di manutenzione da fare perché duri più a lungo.
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Disclaimer: su alcuni dei siti linkati nella sezione Consumismi, il Post ha un’affiliazione e ottiene una piccola quota dei ricavi, senza variazioni dei prezzi – che potrebbero variare di giorno in giorno rispetto a quelli indicati, in base alle offerte. Ma potete anche cercarli su Google.