In Ecuador è stato dichiarato lo stato d’emergenza dopo le proteste di giovedì contro la riforma economica del governo
Il presidente dell’Ecuador Lenín Moreno ha dichiarato lo stato d’emergenza dopo che giovedì in diverse città del paese c’erano stati scontri tra la polizia e i manifestanti che partecipavano a uno sciopero nazionale contro il piano di riforma economica annunciato mercoledì dal governo. Il piano prevede, tra le altre cose, l’eliminazione dei sussidi statali che finora sono serviti a mantenere bassi i prezzi del carburante, un misura che è stata osteggiata soprattutto da tassisti, camionisti e autisti di autobus, che giovedì hanno bloccato le strade della capitale Quito e di Guayaquil per protesta. Questa e altre riforme sono state richieste al governo dell’Ecuador dal Fondo Monetario Internazionale in cambio di un credito da 4,2 miliardi di dollari per risollevare l’economia del paese.
Giovedì i manifestanti hanno protestato nelle strade della capitale Quito e di altre città, cercando in alcuni casi di raggiungere i palazzi governativi. La ministra dell’Interno María Romo ha detto che 19 persone sono state arrestate. Il presidente Moreno ha detto che la decisione di dichiarare lo stato d’emergenza «è stata presa per proteggere l’ordine e la sicurezza dei cittadini», e ha aggiunto che il governo è aperto al dialogo con i manifestanti ma che non cederà ai loro ricatti.
Las decisiones adoptadas ¡están en firme! He dispuesto el Estado de Excepción para precautelar el orden, la seguridad ciudadana y con el fin de controlar a quienes pretenden provocar caos. No accederemos a chantajes y actuaremos acorde a la ley. #NoAlParo #DecididosACrecer pic.twitter.com/sLVyIljQ7Y
— Lenín Moreno (@Lenin) October 3, 2019