Luca Lotti è stato rinviato a giudizio per il caso CONSIP, mentre è stato prosciolto l’ex carabiniere Giampaolo Scafarto
Lotti è accusato di aver rivelato a un indagato di essere intercettato dai magistrati, mentre Scafarto era sospettato di aver depistato le indagini per incastrare il padre di Matteo Renzi
Il tribunale di Roma ha rinviato a giudizio l’ex ministro dello Sport Luca Lotti e altre quattro persone per il caso CONSIP (l’importante società responsabile degli acquisti per la pubblica amministrazione: qui avevamo riassunto la vicenda). Lotti è accusato di favoreggiamento per aver rivelato al presidente di CONSIP, Luigi Marroni, l’esistenza di un’indagine della magistratura nei suoi confronti e la presenza di microspie nel suo ufficio. La decisione è stata presa dalla giudice per le udienze preliminari Clementina Forleo.
Gli altri quattro indagati sono l’ex consigliere di Palazzo Chigi Filippo Vannoni, il generale dell’Arma Emanuele Saltalamacchia, entrambi indagati per favoreggiamento; l’ex comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette, indagato per rivelazione del segreto d’ufficio oltre che per favoreggiamento; infine l’imprenditore Carlo Russo, accusato di millantato credito.
Sono stati invece prosciolti i due carabinieri Giampaolo Scafarto e Alessandro Sessa, che erano accusati di depistaggio e omessa denuncia. I due carabinieri avevano svolto un importante ruolo all’inizio dell’indagine sul caso CONSIP, quando dell’intera vicenda si occupava il magistrato di Napoli John Woodcock. Successivamente l’indagine venne divisa in due tronconi e i magistrati di Roma, che aveva ricevuto parte del fascicolo, si accorsero di numerose scorrettezze e apparenti manipolazioni in alcuni documenti compilati da Scafarto. Per questa ragione Scafarto e il suo diretto superiore, il colonnello Sessa, erano stati accusati di aver cercato di depistare le indagini in modo che finissero con il coinvolgere i familiari dell’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi.