Nell’Unione Europea sarà più facile riparare gli elettrodomestici
I produttori dovranno rendere disponibili i ricambi fino a 10 anni, e consegnarli rapidamente: lo scopo è ridurre sprechi e sostituzioni premature
La Commissione Europea ha adottato una serie di nuove regole per rendere più semplice la riparazione degli elettrodomestici: dovrebbe consentire di estenderne la durata e di ridurre gli sprechi dovuti alla loro sostituzione in caso di rottura. Le nuove norme si applicano a lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi, televisori e diversi altri dispositivi. A partire dal 2021, infatti, i loro produttori avranno l’obbligo di rendere disponibili le parti di ricambio fino a dieci anni dal momento della messa in vendita dei prodotti.
Si stima che circa la metà delle emissioni di gas serra derivanti da un elettrodomestico sia dovuta al suo processo di produzione, e la restante metà dal suo utilizzo in un ciclo di vita. Soprattutto in Occidente la durata degli elettrodomestici si è sensibilmente ridotta, con un aumento delle sostituzioni che avvengono spesso alla prima rottura di qualche componente. Davanti alla prospettiva di spendere molto per una riparazione e di attendere settimane per l’arrivo di un ricambio, i proprietari degli elettrodomestici rotti spesso lasciano perdere e ne acquistano di nuovi (complici i prezzi relativamente bassi dei nuovi modelli). Quelli vecchi vengono spesso riciclati, ma il loro impatto ambientale resta alto, considerato il ridotto numero di anni in cui sono stati utilizzati.
Con le nuove regole, la Commissione Europea confida di ridurre il problema, offrendo ai cittadini europei più opzioni e maggiore convenienza se si decide per la riparazione. I produttori di elettrodomestici e apparecchi elettronici dovranno fornire i ricambi per sette anni dal momento della messa in vendita di un nuovo frigorifero, mentre per le lavatrici è stato fissato un limite di 10 anni (a seconda delle tipologie di ricambi sono previste scadenze differenziate, e distinte per tecnici e clienti finali).
I ricambi dovranno essere forniti al massimo entro due settimane lavorative, e la loro installazione dovrà essere il più semplice possibile, senza la necessità di forzare altre parti degli elettrodomestici. Gli attrezzi da utilizzare per la riparazione dovranno essere quelli comunemente disponibili, senza strani formati per viti, agganci e altri componenti.
Una parte delle regole che ha ricevuto qualche critica riguarda le limitazioni per i comuni consumatori. Le aziende saranno obbligate a fornire i ricambi e le informazioni su come installarli ai tecnici professionisti, mentre sono previsti meno vincoli nei confronti dei clienti finali. Questo potrebbe influire sulle riparazioni fai-da-te, fenomeno in crescita anche grazie alla disponibilità di ricambi (originali e non) sui principali negozi online, e sui siti dei produttori stessi degli elettrodomestici.
Le nuove regole saranno applicate anche ai server, cioè semplificando moltissimo i computer che fanno funzionare Internet. I loro componenti sono sottoposti a una notevole usura, soprattutto le parti in movimento come dischi rigidi e ventole di raffreddamento, che comporta la sostituzione dopo pochi anni di utilizzo.
La Commissione Europea stima che le nuove regole comporteranno un risparmio medio intorno ai 150 euro l’anno per consumatore, ma non è molto chiaro quanto sia accurato e realistico il calcolo. L’iniziativa è stata accolta positivamente dalle organizzazioni nate negli ultimi anni per incentivare le riparazioni degli elettrodomestici e dei dispositivi elettronici, al posto della loro costante sostituzione.