Elon Musk vuole la sua nuova astronave in orbita, e in fretta
Durante un evento in Texas, il CEO di SpaceX ha annunciato il primo volo orbitale di Starship entro sei mesi, ma il tempo Musk funziona diversamente dal nostro
Nel corso di un evento speciale organizzato a Boca Chica, in Texas (Stati Uniti), il CEO della compagnia spaziale SpaceX, Elon Musk, ha illustrato le ultime novità del suo ambizioso progetto per costruire un’enorme astronave che in futuro potrebbe portare i primi esseri umani su Marte. Musk è convinto che il genere umano possa proseguire solamente nel caso in cui diventi una specie “multiplanetaria”, in grado cioè di colonizzare e vivere su altri corpi celesti oltre la Terra. Il suo piano, estremamente ambizioso, sarà messo alla prova dei fatti nei prossimi mesi con i primi lanci sperimentali della nuova astronave.
Una volta completato, il nuovo mezzo spaziale, che si chiama Starship, sarà alto 50 metri e avrà un diametro di 9 metri, con la capacità di trasportare in orbita fino a 150 tonnellate di materiale. Per poterlo fare, sfrutterà la spinta di un grande razzo chiamato Super Heavy: avrà lo stesso diametro di Starship, ma sarà alto 68 metri.
Super Heavy potrà ospitare fino a 37 Raptor, i motori di nuova generazione che SpaceX sta sviluppando per i suoi veicoli spaziali. Durante la presentazione, Musk ha spiegato che il numero dei motori potrà variare a seconda delle missioni e dei carichi da portare in orbita. Il razzo avrà comunque bisogno di almeno 24 motori per poter essere utilizzato.
Negli ultimi anni, SpaceX ha annunciato numerose modifiche al progetto iniziale annunciato da Musk tre anni fa, rivedendo buona parte degli obiettivi e il design stesso della sua astronave. L’unico obiettivo che non è cambiato è raggiungere un giorno Marte, con un sistema di trasporto che consenta viaggi interplanetari a decine di persone. Prima di arrivare a questo risultato, giudicato molto rischioso se non proprio impraticabile da numerosi esperti, Starship dovrà dimostrare di essere in grado di raggiungere l’orbita e di farlo in modo sicuro.
A fine agosto SpaceX ha sperimentato con successo un prototipo in scala ridotta di Starship, facendogli raggiungere circa 150 metri di altezza, prima di farlo tornare al suolo con un atterraggio controllato, frenato dai suoi stessi motori. Musk ha condotto la sua presentazione mentre aveva alle spalle un prototipo molto più grande di Starship, annunciando di volergli far raggiungere l’orbita terrestre entro sei mesi: “Sembra una cosa da pazzi, ma penso che potremmo raggiungere l’orbita in meno di sei mesi. Se i miglioramenti nella progettazione e nella costruzione continueranno a essere esponenziali, penso che la mia stima di riuscirci in pochi mesi sia accurata”.
Il prototipo è stato realizzato in acciaio inossidabile e non in fibra di carbonio come era stato ipotizzato tre anni fa da Musk. SpaceX dice che la nuova soluzione offre più versatilità nella costruzione e nell’assemblaggio. L’impiego dell’acciaio ha permesso di ridurre i tempi, anche se esteticamente l’astronave nel Texas sembra più un silo per le sementi che un veicolo spaziale.
Un’altra cosa che non è cambiata più di tanto è il piano per far funzionare il sistema: una volta completata, Starship sarà piuttosto pesante e non potrà quindi essere trasportata in orbita già con il pieno di propellente. L’astronave sarà spinta da un Super Heavy e poi si parcheggerà in orbita, in attesa dell’arrivo di un secondo razzo che le farà il pieno. A quel punto Starship avrà propellente a sufficienza per compiere viaggi nello Spazio profondo, lasciando la Terra. Sulla carta il piano regge, ma sarà molto difficile tradurlo in pratica considerata la scala dell’iniziativa.
Starship will be the most powerful rocket in history, capable of carrying humans to the Moon, Mars, and beyond pic.twitter.com/LloN8AQdei
— SpaceX (@SpaceX) September 29, 2019
A differenza di altre occasioni, Musk non ha fornito molte altre informazioni tecniche sullo stato del progetto e l’evento è apparso a tratti più che altro celebrativo, e dedicato ai fan di SpaceX. La data del 28 settembre non era del resto scelta a caso: il 28 settembre 2008 il razzo Falcon 1 di SpaceX divenne il primo razzo a propellente liquido di un’azienda privata a raggiungere l’orbita. Per SpaceX fu un risultato fondamentale arrivato dopo molti insuccessi – non solo per poter proseguire le proprie attività ed evitare il fallimento, ma anche per dimostrare alla NASA di avere le capacità per gestire alcuni dei suoi lanci spaziali.
Oggi SpaceX è uno dei principali partner della NASA, per la quale porta in orbita satelliti e rifornimenti verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). La società di Elon Musk è anche impegnata da anni nello sviluppo di un sistema di trasporto per gli astronauti verso la ISS, che attualmente possono raggiungere la Stazione solamente tramite le Soyuz russe e con passaggi piuttosto costosi da svariati milioni di dollari. Il programma per il trasporto degli equipaggi, che coinvolge anche Boeing con un sistema alternativo a quello di SpaceX, ha però subìto grandi ritardi a causa di alcuni problemi tecnici.
Venerdì l’amministratore della NASA, Jim Bridenstine, ha pubblicato su Twitter un breve comunicato nel quale diceva di attendere con interesse la presentazione di Musk del giorno successivo, ricordando però che nel frattempo il programma per portare astronauti in orbita con veicoli spaziali privati è in ritardo: “La NASA si aspetta lo stesso livello di entusiasmo concentrato in un piano pagato dai contribuenti statunitensi. È tempo di portare risultati”.
https://twitter.com/JimBridenstine/status/1177711106300747777
Durante la sua presentazione, Musk ha risposto alle obiezioni di Bridenstine ricordando che solamente il 5 per cento della forza lavoro di SpaceX e delle sue risorse è impiegato per lavorare a Starship. Musk ha detto che Crew Dragon, la navicella che dovrà ospitare gli astronauti, rimane una priorità così come il mantenimento dei programmi legati ai razzi Falcon, attualmente in servizio per il trasporto di satelliti e materiali verso la ISS. In futuro, comunque, il Super Heavy potrà sostituire i Falcon, ammesso che Musk non cambi nuovamente idea.