L’impresa del Giappone nella Coppa del Mondo di rugby
In uno sport dove i pronostici non si rovesciano quasi mai, la nazionale giapponese ha battuto la favorita Irlanda con una storica vittoria
Nel secondo turno dei gironi della Coppa del Mondo di rugby in corso in Giappone, la nazionale giapponese ha battuto contro ogni pronostico l’Irlanda 19-12 in un incontro già entrato nella storia del torneo. La partita, giocata a Shizuoka sabato mattina, si è decisa nel secondo tempo, dove il Giappone allenato dal neozelandese James Joseph ha segnato 10 punti con una meta trasformata e un calcio di punizione, mentre la favorita Irlanda non è riuscita a farne altri, dopo i 12 segnati nel primo tempo, soffrendo per la grande intensità di gioco dei giapponesi.
Il rugby è considerato uno sport “crudo” dove vince sempre il più forte, ovvero chi lo merita negli ottanta minuti di gioco. Non ci sono sorprese né casualità, e la vittoria è sempre meritata sul campo. Il Giappone si era presentato ai Mondiali in casa con molto entusiasmo, ma pur sempre da decima nazionale del ranking mondiale e con poche probabilità di qualificarsi ai quarti di finale, essendo in girone con le più quotate Irlanda e Scozia, fra le prime cinque nazionali del ranking.
L’Irlanda era addirittura considerata tra le grandi favorite per la vittoria della Coppa del Mondo, e nella sua partita di esordio aveva battuto la Scozia con un netto 27-3. Il Giappone invece aveva battuto la Russia 30-10 senza però impressionare più di tanto e facendo più fatica del dovuto contro un avversario inferiore. Ora, grazie alla vittoria contro l’Irlanda, può sperare di qualificarsi agli ottavi battendo Scozia e Samoa nelle ultime due partite della fase a gironi. In tal caso sarebbe la prima qualificazione ai quarti di finale della sua storia.
La Coppa del Mondo è stata accolta con grande entusiasmo dai tifosi giapponesi, che finora hanno riempito quasi tutti gli stadi. Negli ultimi tempi la popolarità del rugby è cresciuta notevolmente nel paese anche grazie agli investimenti di grandi conglomerati industriali come Toshiba, Toyota, Yamaha e Canon, già presenti da tempo nel calcio e nel baseball. In pochi però si aspettavano che la nazionale potesse compiere un’altra impresa dopo quella di quattro anni fa contro il Sudafrica.