Bolsonaro dice che l’Amazzonia non è un patrimonio dell’umanità
E che i paesi stranieri si sono intromessi in una questione brasiliana «con spirito colonialista»
In un discorso pronunciato all’Assemblea Generale dell’ONU, il presidente brasiliano Jair Bolsonaro è tornato a parlare della Foresta amazzonica: ha accusato la comunità internazionale di diffondere notizie false al riguardo e di trattare le popolazioni indigene come “cavernicoli”, e ha difeso gli sforzi del suo governo per tutelare l’ambiente e ridurre la deforestazione. Nelle scorse settimane, un gran numero di incendi ha colpito l’Amazzonia, facendo diventare attualissimo in tutto il mondo il problema della conservazione di una delle risorse naturali più importanti del pianeta, minacciata secondo gli esperti dalle politiche di Bolsonaro che ne hanno favorito il disboscamento indiscriminato.
È una fallacia dire che l’Amazzonia sia un patrimonio dell’umanità, ed è un falso mito smentito dagli scienziati che sia il polmone del nostro pianeta. Invece di aiutare, certi paesi si sono accodati alle menzogne dei media, e si sono comportati in modo irrispettoso e con spirito colonialista.
Bolsonaro ha poi sostenuto che il suo governo sia uno di quelli più impegnati nella protezione del pianeta, anche se ci sono grandi preoccupazioni sul modo in cui sta gestendo la questione dell’Amazzonia: fin dalla campagna elettorale, Bolsonaro aveva promosso politiche e deregolamentazioni che hanno facilitato il processo della deforestazione dell’Amazzonia, in nome dello sviluppo economico. Dall’inizio del suo mandato ha ridotto le sanzioni, gli avvertimenti e i sequestri operati dalle autorità brasiliane verso le società coinvolte nella deforestazione illegale, facendo sì che la superficie di foresta distrutta mensilmente superasse nettamente i livelli degli anni precedenti.