La Russia rischia di essere estromessa da un’altra Olimpiade
Il materiale consegnato dai laboratori russi all'agenzia mondiale antidoping è incompleto: se non verrà data una spiegazione, niente Tokyo 2020
L’Agenzia Mondiale Antidoping ha dato tre settimane alle autorità sportive della Russia per fornire una spiegazione sui dati mancanti provenienti dai laboratori antidoping di Mosca. Nella verifica dei registri spediti di recente dai laboratori russi – uno dei passaggi obbligatori per la riammissione della Russia nelle competizioni internazionali – la WADA ha infatti riscontrato la mancanza di dati su decine di atleti trovati positivi negli ultimi anni, parti integranti dello scandalo che dal 2016 sta escludendo la Russia da varie discipline sportive e dai maggiori eventi internazionali.
Secondo diversi giornali europei, fonti al corrente della situazione avrebbero detto che la Russia sta rischiando seriamente l’esclusione dalle Olimpiadi estive di Tokyo 2020 e anche da tutte le competizioni che aderiscono ai protocolli della WADA, inclusi i Mondiali di calcio. Giusto lunedì il consiglio dell’Associazione Internazionale di Atletica Leggera (IAAF) aveva votato a favore del prolungamento della sospensione della Russia dai suoi eventi principali, estromettendola così dai Mondiali di atletica in programma in Qatar dal 27 settembre: alcuni atleti russi potranno partecipare ma senza rappresentare il proprio paese, come successo alle ultime Olimpiadi invernali di Pyeongchang.
Jonathan Taylor, presidente del comitato della WADA incaricato di sorvegliare la conformità antidoping della Russia, ha detto al New York Times che i russi dovranno «tirare fuori un coniglio dal cilindro» per evitare nuove sanzioni: «Ci sono stati risultati positivi che sono stati eliminati. La domanda è: perché? Daremo loro la possibilità di spiegarcelo».
Finora soltanto il Comitato Paralimpico Internazionale ha deciso di riammettere gli atleti russi nelle sue competizioni. Lo scorso dicembre la IAAF aveva invece confermato la sospensione dalle gare di atletica leggera anche per il 2019. Un anno prima i membri della WADA avevano respinto il ricorso presentato dal ministero dello Sport russo contro l’esclusione dai tornei delle sue federazioni sportive, dichiarando l’agenzia antidoping nazionale (RUSADA) non ancora conforme alle norme antidoping in vigore.