La prima alleanza elettorale tra PD e M5S
I due partiti si sono accordati ufficialmente per sostenere l'imprenditore Vincenzo Bianconi alle elezioni regionali del 27 ottobre in Umbria
Domenica il Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno trovato l’accordo sul nome del candidato presidente da sostenere insieme alle elezioni regionali in Umbria, fissate per il prossimo 27 ottobre. È l’imprenditore turistico Vincenzo Bianconi, presidente degli albergatori della regione. Per PD e M5S è la prima volta in cui si presentano insieme di fronte agli elettori. Tra un mese Bianconi dovrà cercare di battere Donatella Tesei, senatrice della Lega e candidata di tutto il centrodestra.
L’annuncio dell’accordo è stato fatto ieri dallo stesso Bianconi. «Mi candido alla presidenza della regione Umbria», ha detto Bianconi: «Non mi sono mai tirato indietro dinnanzi alle sfide che la vita mi ha posto. Ed è per questo che ho deciso di accogliere l’invito a candidarmi a presidente della regione Umbria, invito che tante forze civiche, associative e politiche mi hanno rivolto». Per il capo del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio la candidatura di Bianconi è «un simbolo dell’Umbria intera, di una comunità che è stata tragicamente e ripetutamente ferita dai terremoti del 2016 ma che non si è lasciata prendere dallo sconforto e si è rimboccata subito le mani». Il segretario del PD Nicola Zingaretti ha scritto su Twitter: «Grazie a Vincenzo Bianconi per la sua scelta. Una bella e forte candidatura».
L’accordo sul nome di Bianconi è arrivato in maniera rapida e senza particolari tribolazioni. Fino a una settimana fa il PD sosteneva Andrea Fora, ex presidente di Confcooperative, che aveva già iniziato a lavorare sulla sua campagna elettorale. Il M5S ha prima sostenuto la sindaca di Assisi Stefania Proietti, eletta con una lista civica sostenuta dal PD; poi, nel corso della settimana, sembrava che si potesse raggiungere un accordo su Francesca Di Maolo, presidente di un istituto umbro che si occupa di bambini disabili, ma alla fine ieri l’ha spuntata Bianconi.
L’inizio del lungo percorso che ha portato all’alleanza risale allo scorso febbraio, quando dopo la sconfitta alle elezioni regionali subita in Sardegna il Movimento 5 Stelle decise di avviare un percorso di riforma interna che si è concluso a luglio, quando gli iscritti hanno approvato, tra gli altri cambiamenti, la possibilità di formare coalizioni con liste civiche alle elezioni locali. Fino a quel momento, il Movimento era obbligato per statuto a correre sempre da solo e senza alleati.
Con la nascita del secondo governo Conte sostenuto da PD e Movimento 5 Stelle, in molti hanno subito iniziato a discutere di come trasportare l’alleanza parlamentare alle elezioni locali, anche a causa dell’alto numero di regioni che andrà a votare tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 (tra le altre ci sono Toscana ed Emilia-Romagna) e del rischio che una sconfitta alle amministrative potesse condizionare il governo nazionale. In Umbria il voto è anticipato a quest’anno a causa dello scandalo nella sanità locale che ha portato alle dimissioni anticipate della presidente della regione PD, Catiuscia Marini.
Anche se la spinta per formare alleanze proveniva soprattutto dal PD, mentre il Movimento 5 Stelle era più prudente, l’accordo è stato raggiunto senza grandi intoppi nel corso dell’ultima settimana. Venerdì, ancora prima di essere certi di aver trovato un nome comune per l’incarico, Di Maio ha sottoposto l’ipotesi di alleanza agli iscritti alla piattaforma Rousseau, con un quesito estremamente generico: «Sei d’accordo con la proposta avanzata dal capo politico del “patto civico per l’Umbria”, sostenendo alle elezioni regionali un candidato presidente civico, con il sostegno di altre forze politiche?». Il 60 per cento ha votato “Sì”.
Per il momento è stato pubblicato un unico sondaggio sul voto in Umbria: una rilevazione fatta dall’Istituto Piepoli prima che la candidatura di Bianconi venisse ufficializzata. Secondo l’Istituto, il centrodestra dovrebbe ottenere circa il 47 per cento dei voti, mentre il centrosinistra alleato con il Movimento 5 Stelle dovrebbe arrivare poco lontano, al 45 per cento.
Come Toscana ed Emilia-Romagna, l’Umbria è una delle storiche “regioni rosse”, governate da sempre da giunte di sinistra o centrosinistra. Per il PD perdere la regione sarebbe uno smacco storico, ma vista le sue ridotte dimensioni (l’Umbria ha poco più di 800 mila abitanti), è difficile che un’eventuale sconfitta abbia gravi effetti a livello nazionale. Sarebbe però una pessima partenza per il progetto di alleanze locali tra PD e Movimento 5 Stelle in vista delle complicate elezioni regionali che si terranno nel 2020.