Gli Stati Uniti manderanno alcune centinaia di soldati in Arabia Saudita
E negli Emirati Arabi Uniti: è un mossa difensiva per proteggere i due alleati dalle aggressioni dell'Iran
Venerdì sera il governo statunitense ha annunciato che manderà alcune centinaia di soldati in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti, due paesi arabi del Golfo Persico suoi alleati. Insieme ai militari, gli Stati Uniti invieranno anche un sistema di difesa aerea e missilistica, su cui però non sono stati diffusi altri dettagli. Il segretario della Difesa americano, Mark Esper, ha spiegato che la decisione è stata presa in risposta agli attacchi di sabato scorso contro due importanti stabilimenti petroliferi sauditi, che avevano provocato una riduzione notevole della capacità dell’Arabia Saudita di produrre petrolio e conseguenze sul prezzo globale del greggio: secondo il governo americano e quello saudita, l’attacco sarebbe stato compiuto proprio dall’Iran.
Esper ha specificato che l’invio di soldati e sistemi di difesa ad Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti sarà una mossa di “natura difensiva”: avrà quindi lo scopo di difendere due importanti alleati degli americani nella regione del Golfo Persico, e non quella di preparare un attacco militare contro l’Iran, ipotesi che nei giorni scorsi il presidente Donald Trump aveva detto di stare valutando. Di fronte alle domande dei giornalisti, che gli chiedevano se il governo statunitense stesse considerando un attacco militare contro l’Iran come ritorsione per i bombardamenti in Arabia Saudita, Esper ha risposto: «Non siamo a quel punto in questo momento».
La decisione degli Stati Uniti di aumentare la loro presenza militare nei due paesi del Golfo è stata annunciata poco dopo un’altra misura adottata dal governo americano contro l’Iran, cioè le sanzioni contro la Banca centrale iraniana e altre due grandi istituzioni finanziarie del paese.
Le sanzioni, ha scritto il Wall Street Journal, avranno lo scopo di «tagliare alcuni degli ultimi legami dell’Iran con i mercati mondiali». Trump ha commentato la nuova politica dicendo che per l’economia iraniana «sarà un inferno» e che tutto quello che l’Iran dovrà fare per ottenere l’annullamento delle sanzioni è «smetterla con il terrore». Quelle contro le istituzioni finanziarie iraniane saranno le ennesime sanzioni adottate dal governo statunitense contro l’Iran all’interno della strategia della cosiddetta «massima pressione», basata sull’idea che colpire l’economia iraniana possa convincere il regime di Teheran a negoziare un nuovo accordo sul nucleare iraniano e a rinunciare alle sue politiche più aggressive in Medio Oriente.
Trump ha detto anche di avere l’intenzione di formare una specie di coalizione internazionale per mettere ulteriore pressione all’Iran. Proverà a farlo la prossima settimana durante la riunione dell’Assemblea Generale dell’ONU, dove sarà accompagnato anche dal segretario di Stato americano Mike Pompeo.