In Egitto ci sono state proteste contro al Sisi, ed è una notizia
Perché non ci sono quasi mai contro il presidente, che governa il paese in maniera autoritaria dal 2013
Venerdì sera al Cairo e in diverse altre città egiziane centinaia di persone, soprattutto giovani, hanno partecipato a manifestazioni contro il presidente Abdel Fattah al Sisi, che governa il paese in maniera autoritaria dal 2013. Durante le manifestazioni, che erano state organizzate tramite una campagna online contro la corruzione nel governo, sono state chieste espressamente le dimissioni di al Sisi, che in quel momento era in viaggio verso New York per partecipare a una riunione dell’Assemblea generale dell’ONU. Nonostante la dimensione piuttosto ridotta dell’evento, le proteste sono state raccontate da diversi giornali internazionali perché molto inusuali in un paese come l’Egitto, dove il dissenso è punito duramente dal governo.
Le proteste di venerdì sera sono nate da un’idea di Mohamed Ali, ha raccontato il New York Times, un ex militare egiziano che ora si trova in Spagna in esilio auto-imposto. Da tempo Ali pubblica su Facebook video che mostrano una gestione illecita di fondi pubblici da parte del governo e di alcuni stretti consiglieri di al Sisi. In uno dei video più recenti, Ali ha chiesto al ministro della Difesa egiziano, Mohamed Zaki, di arrestare il presidente e ha invitato tutti gli egiziani a manifestare e chiedere le dimissioni dello stesso al Sisi.
Venerdì sera centinaia di giovani hanno risposto alla richiesta di Ali e hanno cominciato a protestare al Cairo dopo la partita di calcio tra due popolari squadre egiziane. Le manifestazioni sono state per lo più spontanee, non organizzate o guidate da qualche gruppo o attivista. La polizia è intervenuta usando gas lacrimogeni per disperdere la folla, e ci sono stati alcuni scontri tra agenti e manifestanti.
La Commissione egiziana per i diritti e le libertà, organizzazione che monitora le condizioni dei detenuti, ha detto che almeno quattro persone sono state arrestate vicino a piazza Tahrir, al Cairo, dove nel 2011 si tennero le enormi manifestazioni della cosiddetta “primavera araba”, che portarono alla destituzione dell’allora regime di Hosni Mubarak. Secondo un’altra organizzazione, il Centro egiziano per i diritti economici e sociali, le persone arrestate al Cairo e in altre città del paese sono state 36.
Da quando è arrivato al potere, grazie a un colpo di stato che nel 2013 portò alla destituzione e all’arresto dell’allora presidente Mohammed Morsi, al Sisi ha imposto in Egitto un regime autoritario senza libertà di stampa: moltissimi attivisti e politici sono stati arrestati, centinaia di siti internet sono stati bloccati e qualsiasi forma di protesta è stata duramente repressa. Il dissenso è cresciuto negli ultimi due anni a causa dell’aumento del prezzo dei beni alimentari e della decisione del governo di tagliare i sussidi pubblici alla benzina, conseguenza a loro volta della profonda crisi economica che ha colpito il paese nel 2016.