L’aumento degli sbarchi di migranti
Non c'entrano il nuovo governo né le ong, mostrano i dati: alcuni ipotizzano che la rotta dal Nord Africa stia cambiando
Nelle ultime tre settimane gli arrivi via mare di migranti in Italia sono decisamente aumentati: sia rispetto al mese di agosto, quando sono sbarcate circa 1.200 persone, sia rispetto a settembre del 2018, quando ne arrivarono poco più di mille. Secondo i dati del ministero dell’Interno, al 20 settembre sono arrivate 1.488 persone: il mese in corso è già diventato quello col maggior numero di arrivi del 2019. È la prima volta negli ultimi due anni, inoltre, che un dato del genere registra un aumento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. A queste persone vanno aggiunte quelle che hanno provato a lasciare la Libia e sono state riportate indietro dalla cosiddetta Guardia costiera libica: sono 493, secondo dati diffusi dalla stesso corpo militare.
La situazione sembra particolarmente grave a Lampedusa, dove sono arrivate circa 600 persone soltanto nelle ultime due settimane. Sono numeri imparagonabili rispetto a quelli di due o tre anni fa, ma un picco del genere era comunque imprevisto, e osservatori e analisti si stanno chiedendo se sia un fenomeno passeggero o nasconda ragioni più profonde.
L’aumento degli arrivi non può essere attribuito né al nuovo governo italiano – del resto si è insediato due settimane fa e si è occupato del primo caso di una nave di migranti soltanto nei giorni scorsi – né tanto meno alle ong. Diversi studi, come quello di Matteo Villa dell’ISPI, hanno dimostrato che non c’è alcuna relazione fra la presenza delle navi delle ong al largo delle coste libiche e l’aumento degli sbarchi. Gli ultimi dati, semmai, vanno nella direzione opposta. Dall’1 al 18 settembre, secondo dati di Villa, mentre le navi delle ong erano vicine alla Libia sono partite circa 44 persone al giorno, che sono salite a 75 quando invece non c’era alcuna nave.
⛔️⛴️ IL "PULL FACTOR" D'AUTUNNO.
Infuria la polemica dopo che questo mese #OceanViking ha compiuto due diverse missioni in area SAR libica.
Torniamo ai dati?
Dal 1 al 18 settembre, partenze al giorno:
⛴️con Ong in area SAR libica: 44;
⛔️senza nessuna Ong: 75.#CarolaRackete pic.twitter.com/p9n55Bbqav— Matteo Villa (@emmevilla) September 19, 2019
In passato era già capitato, per esempio nel 2016 e nel 2017, che gli arrivi nel mese di settembre superassero quelli di agosto: c’entra forse un ultimo picco delle partenze prima dell’eventuale diminuzione con l’arrivo dei mesi più freddi. Sembra inoltre che negli ultimi giorni le partenze dal Nord Africa siano state favorite da condizioni meteo particolarmente favorevoli. Secondo alcuni, però, ci sono altre ragioni ancora.
Su Repubblica, Alessandra Ziniti scrive che secondo «un’ipotesi» dell’intelligence italiana i trafficanti di migranti della Libia e dell’Africa centrale hanno iniziato a sfruttare una rotta che in precedenza era frequentata prevalentemente da tunisini: quella che dalle spiagge tunisine porta a Lampedusa in circa 24 ore di viaggio, a bordo di piccole imbarcazioni difficili da individuare per le forze militari italiane ed europee. È la rotta che storicamente viene attribuita ai cosiddetti “sbarchi fantasma”, cioè alle piccole imbarcazioni che a volte riescono ad arrivare autonomamente sulle coste di Lampedusa o delle regioni meridionali dell’Italia.
«Sui gommoni in partenza dalla Libia le chances di arrivare sono sempre di meno: la percentuale di mortalità è altissima (uno su venti non ce la fa) così come il rischio di venire riportati indietro», racconta Ziniti, secondo cui negli ultimi tempi «i potenti gruppi di trafficanti libici e dell’Africa centrale stanno spostando sulle spiagge al confine tra Libia e Tunisia centinaia di migranti rinchiusi nei centri di detenzione nel deserto e lungo le coste libiche. Colonne di pick up e furgoni fanno la spola di notte tra Tunisia e Libia e non sempre ai posti di frontiera si tengono gli occhi aperti».
Meridionews, un giornale online siciliano, spiega che fra le 600 persone arrivate nelle ultime due settimane sull’isola «molti sono migranti dall’Africa sub-sahariana: Costa d’Avorio, Camerun, Guinea». In un altro articolo per Repubblica, Ziniti scrive che in una piccola imbarcazione arrivata a Lampedusa nella notte fra 19 e 20 settembre a bordo c’erano «migranti tunisini ma anche pakistani e siriani», cosa che secondo Ziniti sarebbe «la conferma dell’ipotesi dell’intelligence italiana che i trafficanti di uomini abbiano cambiato metodo e rotta».
Alberto Mallardo, che a Lampedusa coordina la sezione locale di un progetto di accoglienza della Chiesa Evangelica italiana, ha raccontato inoltre a Meridionews che alcuni dei migranti arrivati negli ultimi giorni citano come ragioni della partenza le elezioni presidenziali in Tunisia, che si sono tenute la settimana scorsa e che secondo Mallardo hanno causato «incertezza e timori».
Intanto il sistema di accoglienza dell’isola è di nuovo congestionato. L’unico centro rimasto – quello della contrada Imbriacola, a ovest del centro del paese – ha una capienza da 96 posti e secondo Meridionews al momento ospita 230 persone. Diversi nuovi arrivati hanno passato la notte fra il 18 e il 19 settembre all’aperto, nel centro del paese, dormendo su materassini di gommapiuma. Due giorni fa, racconta ANSA, un gruppo di tunisini ha tenuto una piccola manifestazione pacifica davanti alla chiesa di San Gennaro e mostrato cartelli con “Vogliamo vivere solo con dignità come essere umani”, “Vogliamo solo lavorare”, “Aiutaci a non ritornare in Tunisia”.