La procura di Milano ha aperto un’indagine conoscitiva sui riders
La procura di Milano ha aperto un’indagine sullo sfruttamento dei “riders”, i fattorini che eseguono consegne a domicilio, in particolare per le grandi società come Glovo e Deliveroo. L’indagine al momento non prevede alcuna ipotesi di reato, ma i giornali scrivono che a motivarne l’apertura sono state le numerose segnalazioni di irregolarità arrivate alle forze dell’ordine nel corso degli ultimi mesi.
La procura, scrive il Corriere che si è occupato a lungo della vicenda, vuole verificare il rispetto «delle norme antinfortunistiche e di sicurezza stradale» e assicurarsi che non siano in atto fenomeni di «caporalato» e di «sfruttamento dei lavoratori». Secondo quanto scrivono i quotidiani, su 30 riders controllati dalle forze di polizia, 3 sono risultati non avere i documenti di residenza e lavoro in regola. In genere i riders sono assunti da cooperative a cui le grandi società subappaltano il lavoro, dopo che in passato l’utilizzo diretto dei lavoratori aveva causato parecchi problemi, come proteste e critiche da parte della politica per le difficili condizioni a cui sottoponevano i lavoratori.
Il Corriere ha scoperto in diversi casi come gli account utilizzati dai riders vengano registrati da stranieri regolarmente residenti in Italia o, spesso, da italiani. Successivamente la app viene poi affidata a persone senza documenti, che effettuano le consegne e restituiscono a chi ha fornito loro l’account una percentuale della paga, già molto bassa, che ricevono. Le società di consegne sostengono che questo comportamento sia irregolare e che chi lo compie si vedrà revocare l’account. Il Corriere ha chiesto quanti fattorini siano stati sospesi per avere commesso questa infrazione, ma non ha ricevuto risposta.