Greta Thunberg si sta facendo una certa idea degli Stati Uniti
Davanti al Congresso ha spiegato che il cambiamento climatico è accettato ovunque tranne che negli Stati Uniti, e ha chiesto meno lodi e più azione
Mercoledì 18 settembre la giovane nota attivista ambientalista Greta Thunberg ha testimoniato davanti al Congresso degli Stati Uniti, chiedendo ai parlamentari di agire contro il riscaldamento globale e la crisi climatica, senza ulteriori esitazioni. L’incontro è stato il più recente di una serie di iniziative organizzate con istituzioni, fondazioni e associazioni a cui sta partecipando Thunberg, che ha raggiunto gli Stati Uniti alla fine dello scorso agosto dopo un viaggio in barca a vela per attraversare l’oceano Atlantico durato un paio di settimane. La prossima settimana Thunberg parteciperà al 2019 UN Climate Action Summit organizzato dalle Nazioni Unite a New York, mentre a fine anno sarà in Cile per partecipare alla Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico.
Nell’ultimo anno Greta Thunberg, che ha 16 anni ed è svedese, è diventata per molti il simbolo dell’attivismo contro il riscaldamento globale. Per lei tutto è cominciato il 20 agosto di un anno fa, quando decise di non presentarsi più a scuola fino alle elezioni politiche svedesi che si sarebbero tenute il 9 settembre, chiedendo al governo di occuparsi più seriamente del cambiamento climatico. Invece di andare a scuola, Thunberg si presentava davanti alla sede del Parlamento svedese a Stoccolma, cosa che avrebbe poi continuato a fare ogni venerdì nei mesi dopo le elezioni. Dalla sua iniziativa sono nati i “Venerdì del futuro”, nei quali centinaia di migliaia di studenti in giro per il mondo manifestano per la tutela del clima invece di presentarsi a scuola.
Thunberg è stata accolta negli Stati Uniti con interesse, non solo per le modalità scelte per raggiungerli inquinando meno che con un viaggio in aeroplano, ma anche per l’approccio sobrio e pragmatico con il quale ha portato avanti nell’ultimo anno le sue iniziative per il clima, cercando di tenersi in disparte quando è insieme ai suoi coetanei che manifestano per la stessa causa. Davanti a due commissioni della Camera, Thunberg ha parlato a braccio, con frasi molto brevi e misurate.
Ai deputati, Thunberg ha presentato il rapporto scientifico preparato dalle Nazioni Unite nel 2018 sul cambiamento climatico, basato sull’analisi di migliaia di ricerche scientifiche condotte negli ultimi anni. Il rapporto dice che solo limitando l’aumento della temperatura media globale a 1,5 °C, entro la fine del secolo, si potranno evitare effetti disastrosi e irreversibili per il pianeta. Alle condizioni attuali, mantenersi al di sotto di quella soglia appare improbabile e ci sono peraltro studi che mettono in dubbio che il limite sia sufficiente per risparmiarci effetti incontrollabili e senza ritorno.
Thunberg ha spiegato la sua scelta dicendo: “Vi sto sottoponendo questo rapporto come mia testimonianza perché non desidero che ascoltiate me. Desidero che ascoltiate gli scienziati, e voglio che vi uniate dietro la scienza. E voglio che agiate”. Rispondendo alle domande dei deputati, ha poi spiegato che attualmente l’opinione pubblica non sembra rendersi molto conto di cosa dice la scienza sul cambiamento climatico e di “quanto grave sia la crisi”: “Penso che sia necessario informarla e iniziare a trattare questa crisi per ciò che è: un’emergenza esistenziale”.
Alcuni Repubblicani hanno accusato altri paesi, come la Cina, di non fare abbastanza per ridurre le emissioni inquinanti e di essere i principali produttori dell’inquinamento che porta al riscaldamento globale. Thunberg ha risposto ricordando che il tema delle emissioni riguarda tutti: “Vengo dalla Svezia, un piccolo paese. Lì si usano le stesse argomentazioni: ‘Perché dovrei fare qualcosa? Guarda come vanno le cose negli Stati Uniti’. Giusto per dirvi che questo argomento è lo stesso che viene anche usato contro di voi”.
Martedì 17 settembre Thunberg aveva invece incontrato alcuni senatori statunitensi, che in precedenti occasioni avevano lodato l’impegno dei giovani per il loro attivismo sui temi ambientali. Facendo riferimento a quelle dichiarazioni, Thunberg ha detto: “Per favore, risparmiateci le vostre lodi. Non le vogliamo. Non invitateci qui per dirci quanto siamo fonte d’ispirazione, se poi non fate nulla per cambiare le cose”.
Secondo diversi osservatori, il fatto di essere così giovane e di provenire da un altro paese fa sì che le opinioni di Thunberg siano ascoltate negli Stati Uniti, soprattutto da parte di chi è interessato ad avere un punto di vista esterno e onesto sul proprio conto. In questi giorni Thunberg ha detto di essere sorpresa dal fatto che in molti paesi l’esistenza del cambiamento climatico sia accettato come un fatto scientificamente provato, mentre negli Stati Uniti sia ancora oggetto di dibattito.
Thunberg è stata ospite del Daily Show, il programma satirico d’informazione di Trevor Noah, che ha contribuito ulteriormente a farla conoscere al pubblico statunitense. Durante l’intervista, ha raccontato l’esperienza del viaggio in barca a vela e il grande contrasto tra la quiete e il silenzio dell’Atlantico e il frastornante arrivo a New York. Ha detto senza molti giri di parole che la città puzza, a causa dell’inquinamento, e che “tutti parlano a voce molto alta”.
A inizio settimana Thunberg aveva invece incontrato l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che l’ha definita “una delle più grandi sostenitrici del nostro pianeta” ad “appena 16 anni”. Un video del loro incontro è stato diffuso dalla Obama Foundation, la fondazione benefica creata da Michelle e Barack Obama. Thunberg ha spiegato a Obama che il messaggio per i suoi coetanei è essere creativi nel loro attivismo: “Ci sono cose incredibili che potete fare, non sottovalutatevi”.
Domani, venerdì 20 settembre, è in programma un nuovo sciopero globale dell’iniziativa Fridays for Future, che raccoglie milioni di studenti che coordinano le loro proteste in buona parte del mondo. L’iniziativa è stata organizzata in vista dell’incontro sul clima di New York e dà l’inizio a una settimana di manifestazioni, che si concluderà il 27 settembre con un secondo sciopero mondiale.