Ivan Scalfarotto parla di una «separazione consensuale» dal PD

«Si possono fare cose bellissime insieme, ma non è necessario abitare nella stessa casa», dice il nuovo sottosegretario agli Esteri, vicino a Matteo Renzi

(Vincenzo Livieri - LaPresse)
(Vincenzo Livieri - LaPresse)

In un’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera, Ivan Scalfarotto – parlamentare del PD molto vicino a Matteo Renzi, blogger del Post e da poco nominato sottosegretario agli Esteri – parla apertamente della possibilità che l’ala del partito vicina a Matteo Renzi possa separarsi e formare un nuovo partito. È un’ipotesi di cui si parla ormai da mesi, mai esplicitamente esclusa né confermata da Renzi stesso.

Nell’intervista Scalfarotto non nomina né Renzi né altri parlamentari, ma si riferisce all’ala del PD più«liberal», cioè quella liberale e moderata guidata proprio da Renzi. A proposito della convivenza col resto del partito, guidato da qualche mese da Nicola Zingaretti, Scalfarotto dice che «forse una separazione consensuale potrebbe aiutare a evitare le liti di condominio. Si possono fare cose bellissime insieme, ma non è necessario abitare nella stessa casa».

Diversi politici vicini a Renzi sostengono da tempo che la vittoria di Zingaretti abbia spostato verso sinistra il partito. Anche Scalfarotto sembra ribadirlo, quando spiega che un eventuale nuovo partito «parlerebbe anche a quei mondi, espressi dal gruppo Misto o da Forza Italia, che si sentono a disagio con la sinistra più tradizionale». Scalfarotto spiega che per il momento non è stata fissata alcuna data per l’eventuale scissione – «vediamo anche che cosa succederà alla Leopolda», l’evento annuale dell’ala vicina a Renzi, fissata per il 18 ottobre – ma ammette che i lavori per creare un gruppo parlamentare autonomo sono «in un certo stato di avanzamento».

Secondo un recente calcolo di Repubblica, al nuovo gruppo parlamentare aderirebbero 26 deputati e 5 senatori.