Perché i bradipi sono così lenti
C'entrano... la... loro... dieta... e... una... certa... somiglianza... con... gli... animali... a... sangue... freddo
Con la loro velocità media di 4 metri all’ora, i bradipi sono tra i mammiferi più lenti al mondo. Ultimamente, film di animazione come L’Era Glaciale e Zootropolis hanno contribuito a rendere i bradipi più famosi, offrendo qualche soddisfazione aggiuntiva agli etologi che li studiano con grande pazienza, osservandone il comportamento durante interminabili ore di appostamenti nelle foreste.
Il nome stesso “bradipo” tradisce la natura di questi animali: deriva dalla combinazione di due parole greche, βραδύς (bradiús) e πούς (poús), che rispettivamente significano “lento” e “piede”. Fanno parte dei folivori, un sottordine di mammiferi le cui specie si sono tutte estinte fatta eccezione per quelle dei bradipi didattili e tridattili: i primi hanno due dita, i secondi tre. A oggi esistono 6 specie diverse di bradipi, con caratteristiche in comune.
I folivori ebbero uno sviluppo formidabile tra il Miocene e il Pliocene, in un periodo compreso tra 23 milioni e 2 milioni di anni fa. Gli antenati più antichi dei bradipi erano enormi e terricoli: potevano arrivare a pesare una tonnellata. In milioni di anni le specie si differenziarono, divennero arboricole e di dimensioni più contenute, fino ad arrivare ai bradipi dei giorni nostri.
Le sei specie di bradipo oggi esistenti vivono tutte nelle foreste tropicali, soprattutto nel Centro America e nel Sudamerica. Si nutrono quasi esclusivamente di foglie (talvolta di frutta) ed è questo uno dei motivi per cui si muovono così lentamente: la loro alimentazione non offre molte calorie, quindi cercano di risparmiare il più possibile le energie. Naturalmente i bradipi non sono gli unici mammiferi ad avere una dieta completamente vegetariana: molti altri animali si nutrono di erba e foglie, eppure sono molto più veloci e attivi. La loro grande lentezza è una combinazione di altre cause.
Nelle foreste tropicali il clima cambia pochissimo nel corso dell’anno, con sbalzi di temperatura contenuti e un caldo pressoché costante. Questo ha fatto sì che per gli antenati dei bradipi non fosse molto importante l’endotermia, cioè la capacità di regolare la temperatura corporea grazie al calore prodotto dal metabolismo interno. In un certo senso, i bradipi si comportano come i rettili, animali a sangue freddo che si mantengono caldi grazie all’ambiente circostante.
L’endotermia è stato uno dei più importanti vantaggi per i mammiferi: riuscendo a mantenere costante la loro temperatura interna, a prescindere da quella esterna, hanno potuto colonizzare buona parte del pianeta. È grazie all’endotermia se riusciamo a essere attivi durante tutto l’anno e a sopportare (entro certi limiti) le basse temperature della stagione fredda. Gli animali a sangue freddo hanno più difficoltà a sopravvivere al freddo, non potendo regolare autonomamente la loro temperatura interna.
La termoregolazione ha però un difetto: richiede un costante consumo di energia. È per questo motivo che i mammiferi mangiano spesso nel corso della giornata e che quelli con una dieta vegetariana, come i ruminanti, trascorrono buona parte della loro esistenza a brucare.
I bradipi consumano molta meno energia rispetto ad altri mammiferi perché non regolano internamente la loro temperatura, e questo consente loro di non dover passare la giornata a pensare solamente al cibo. Per contro, però, possono solo vivere ai tropici dove la temperatura è costante e avventurarsi di rado ad alta quota, dove invece l’escursione termica tra il giorno e la notte è più marcata.
Essere molto lenti può essere uno svantaggio, soprattutto quando si deve fuggire dai predatori. Per i bradipi il problema non si pone più di tanto perché vivono quasi sempre tra le fronde degli alberi, al sicuro dai predatori più grandi e pericolosi.
I bradipi stringono una relazione molto stretta con gli alberi: alcuni esemplari crescono e trascorrono la loro intera esistenza sullo stesso albero. Al mattino, quando il Sole non è ancora molto alto in cielo e scalda meno, i bradipi salgono sulla cima della chioma del loro albero per scaldarsi e assorbire un po’ di calore. Nelle ore centrali della giornata, quando il caldo si fa insopportabile, scendono tra le fronde e rimangono all’ombra. Un comportamento simile è tipico di buona parte dei rettili, pensate per esempio a una lucertola ferma su un muretto assolato.
Negli ultimi anni i ricercatori si sono interessati anche alla pelliccia dei bradipi, spesso ricoperta da una sostanza verdastra. È composta da alghe e funghi, che trovano tra i peli l’ambiente ideale per proliferare, complice il clima umido dei tropici. Non è ancora molto chiaro quale sia il processo che porti al loro accumulo, ma l’ipotesi più condivisa è che si inneschi una sorta di simbiosi: le alghe e i funghi trovano una superficie ideale per crescere e prosperare, in cambio i bradipi possono nutrirsene per avere qualche proteina in più.
Anche se si muovono molto lentamente, i bradipi sono comunque piuttosto forti. I loro arti anteriori si mantengono muscolosi grazie al costante esercizio per sollevarsi e spostarsi tra le fronde. Le zampe posteriori sono invece più deboli, perché sono utilizzate di rado e sono a malapena in grado di sopportare la loro massa.
Milioni di anni di evoluzione, una dieta non molto varia e un ambiente caldo e umido hanno portato i bradipi a prendersela con grande calma, e a trovare il modo di sopravvivere facendo tutto con lentezza.