Sallusti chiede a Salvini di disconoscere i razzisti
Al direttore del Giornale dei Berlusconi può andare che Salvini diventi il capo del centrodestra, ma con qualche limite
In un editoriale sulla prima pagina di sabato del Giornale, il direttore Alessandro Sallusti si dice preoccupato per le implicazioni di un episodio di razzismo riportato ieri dalle cronache italiane, di cui si è resa responsabile una militante della Lega che si è dichiarata grande sostenitrice di Matteo Salvini. Sallusti, che dirige il quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi, commenta a valle di un incontro politico che ieri sembra avere mostrato un riavvicinamento possibile tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, e rispetto a questo chiede con una certa nettezza a Salvini che non si faccia più promotore – volente o nolente – di atteggiamenti e inclinazioni di questo genere tra i suoi sostenitori: mostrando di pensare che gli episodi di razzismo siano conseguenza dell’applicazione del “verbo del Capitano”. Sabato pomeriggio, Salvini ha poi definito «una cretina» la militante della Lega in questione.
Un partito, qualsiasi partito, dovrebbe denunciare, politicamente ma forse anche giudiziariamente, chi sostiene tesi idiote, oltre che razziste, issando la sua bandiera. Altrimenti è legittimo il dubbio che la signora non stia millantando, ma che, in effetti, siamo di fronte a una leghista salviniana che sta applicando alla lettera il verbo del Capitano
vorrei escludere di trovarmi socio con chi considera una ragazza di Foggia – ma in generale di qualsiasi provenienza – indegna di affittare una casa nel Nord Italia. E mi piacerebbe che questo principio Salvini, o chi per lui, lo ribadisse ad alta voce. Sono sicuro che lui la pensa come me, ma non altrettanto certo che il suo pensiero sia chiaro urbi et orbi. In altre parole, sogno e spero che sia possibile una destra che si rifaccia alle sue tradizioni politiche e culturali più nobili e che lasci perdere una volta per tutte le derive negli «ismi» che non vorremmo mai più vedere, tanto meno vivere. Una sola parola, senatore Salvini, basterebbe per tranquillizzarci e per farci continuare a credere che la destra italiana potrebbe essere in buone mani. Attendiamo fiduciosi.