David Cameron pensa al referendum su Brexit «ogni giorno»
L'ex primo ministro britannico ha dato una lunga intervista al Times, criticando fra le altre cose l'attuale primo ministro Boris Johnson
David Cameron, l’ex primo ministro del Regno Unito dal 2010 al 2016, ha dato una lunga intervista al Times per promuovere l’uscita della sua biografia, For The Record. Cameron ha fatto pochissime dichiarazioni pubbliche dopo il referendum su Brexit, che fu indetto dal suo governo.
Negli anni successivi in molti lo hanno accusato di avere indetto il referendum con l’unico scopo di rafforzare il proprio consenso – minacciato dall’ala più euroscettica del partito Conservatore e dal Partito Indipendentista Britannico – per di più su un tema delicato e complicatissimo come lasciare l’Unione Europea. Cameron fece campagna per rimanere nell’Unione e si dimise poche ore dopo il risultato del voto.
Incalzato dal Times sull’esito del referendum e sulle sue conseguenze per il paese, che nel frattempo ha cambiato due primi ministri senza riuscire ad approvare alcun accordo con l’Unione Europea, Cameron ha raccontato:
«Ci penso ogni singolo giorno: al referendum, alla sconfitta, alle conseguenze, e alle cose che si potevano fare diversamente. Sono preoccupatissimo per quello che succederà»
Cameron ha anche criticato l’attuale primo ministro Boris Johnson e il suo alleato Michael Gove, due leader dei Conservatori che nei mesi precedenti al referendum fecero campagna per uscire dall’Unione. Cameron ha ricordato che in precedenza Johnson «non aveva mai proposto di uscire dall’Unione Europea», lasciando intendere che abbia preso quella posizione per ragioni di consenso politico, e accusato i due di avere «picconato il governo di cui facevano parte, a tutti gli effetti».
Cameron ha aggiunto di ritenere che l’uscita del Regno Unito senza alcun accordo, cioè l’esito più probabile data la confusione degli ultimi giorni, «non sia una buona idea».