Una corte d’appello scozzese ha giudicato illegale la sospensione del Parlamento decisa dal primo ministro britannico Boris Johnson
Tre giudici di una corte d’appello scozzese hanno giudicato illegale la sospensione del Parlamento decisa dal primo ministro britannico Boris Johnson: la sospensione però non sarà revocata, almeno per ora, perché il governo farà ricorso alla Corte suprema del Regno Unito, che ha fissato un’udienza per il 17 settembre.
La sospensione era stata decisa da Johnson affinché il Parlamento non interferisse nelle decisioni su Brexit e non approvasse la legge per impedire il cosiddetto “no deal“, cioè la possibilità che il Regno Unito esca dall’Unione Europea senza un accordo. I tre giudici hanno stabilito però che la decisione di Johnson è illegale e contro la Costituzione, perché ha l’obiettivo di ostacolare il Parlamento: le motivazioni complete della sentenza saranno depositate venerdì. La decisione della corte d’appello ha ribaltato la sentenza di primo grado, che aveva avallato la sospensione, come aveva fatto nei giorni scorsi anche un tribunale inglese.
Soltanto ieri, il governo britannico aveva perso l’ennesimo voto su Brexit – il sesto su sei da quando Johnson è diventato primo ministro – e non era riuscito ad avere la maggioranza sufficiente per convocare le elezioni anticipate. È stato l’ultimo giorno di lavoro del Parlamento prima della sospensione, che durerà cinque settimane. L’opposizione ha comunque fatto in tempo ad approvare la legge che obbliga il governo Johnson a chiedere un rinvio di Brexit nel caso non si trovi un accordo con l’Unione Europea entro il 31 ottobre, cioè la legge che prova a impedire il cosiddetto “no deal”.