Lo scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina
È considerato un nuovo segno di distensione tra i due paesi, dopo le forti tensioni degli ultimi anni seguite all'invasione della Crimea
Russia e Ucraina hanno effettuato uno scambio di prigionieri, visto da diversi analisti come un nuovo segnale di distensione tra i due paesi. Lo scambio è avvenuto nella mattina di sabato 7 settembre e ha compreso, tra gli altri, 24 membri della marina militare ucraina e una persona coinvolta nell’abbattimento del volo di linea MH17, in cui morirono 298 persone.
All’aeroporto di Kiev, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accolto i prigionieri liberati dalla Russia e in un breve discorso ha detto di voler lavorare per “mettere fine a questa terribile guerra”. I rapporti tra Russia e Ucraina sono diventati molto tesi nel 2014, in seguito all’annessione russa della Crimea e al sostegno da parte della Russia dei ribelli separatisti filo-russi nelle aree di Donetsk e Luhansk. Zelensky, da poco eletto presidente, aveva condotto buona parte della propria campagna elettorale dicendo di voler risolvere il conflitto con la Russia.
Le trattative per lo scambio di prigionieri sono state condotte per settimane nella più stretta riservatezza. Nei giorni scorsi alcune indiscrezioni circa un imminente scambio erano state smentite dalla presidenza ucraina, preoccupata che potessero esserci conseguenze a trattative ancora aperte con il governo russo.
Per ora non sono state fornite molte informazioni sullo scambio dei prigionieri e sui termini dell’accordo. I 24 marinai ucraini liberati dalla Russia erano stati catturati al largo della Crimea lo scorso novembre, mentre con tre imbarcazioni cercavano di superare lo stretto di Kerč’, unica via per accedere ai porti ucraini sul Mar d’Azov. Lo scorso maggio un tribunale internazionale aveva ordinato la loro liberazione.
Tra i liberati dalla Russia c’è anche il documentarista Oleg Sentsov, condannato nel 2015 a 20 anni di carcere da un tribunale russo per terrorismo. La sentenza era stata duramente criticata dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti e definita frutto di un processo politico. Anche il giornalista ucraino Roman Sushchenko è stato liberato, dopo quasi tre anni di carcere scontati a Mosca con l’accusa di avere lavorato come spia per conto dell’Ucraina.
La Russia non ha invece fornito informazioni ufficiali sui nomi dei suoi cittadini liberati dal governo ucraino. Secondo le agenzie internazionali, tra loro c’è Volodymyr Tsemakh, considerato “persona informata sui fatti” dalle autorità olandesi che stanno indagando sull’abbattimento del volo Malaysia Airlines MH17 in Ucraina nel 2014. Secondo le ricostruzioni pubblicate nel 2016 dalla commissione internazionale che si è occupata del caso, l’aeroplano fu abbattuto con un missile portato dalla Russia e lanciato da un campo controllato dai separatisti russi, nei pressi di Snizhne, area che si pensa fosse sotto il comando di Tsemakh. Anche per questo motivo il governo dei Paesi Bassi aveva invitato l’Ucraina a non rimandarlo in Russia, e aveva criticato la decisione di un tribunale dello scorso mercoledì di metterlo nuovamente in libertà.