L’India ha perso i contatti col suo lander lunare

A pochi chilometri dall'arrivo, Vikram ha smesso di comunicare e potrebbe essersi distrutto sulla Luna, segnando un fallimento per la missione Chandrayaan-2

(ISRO)
(ISRO)

L’India ha probabilmente fallito il suo primo allunaggio controllato, organizzato nell’ambito della missione spaziale Chandrayaan-2. Il robot automatico (lander) Vikram ha seguito una traiettoria errata nelle ultime fasi di discesa sulla Luna e non ha più inviato comunicazioni. L’agenzia spaziale indiana ISRO è al lavoro per analizzare i dati, ma ci sono pochi dubbi sul fatto che l’allunaggio sia fallito. Se tutto fosse andato come da programma, l’India sarebbe diventata il quarto paese a far depositare intatto un proprio robot sulla Luna, dopo Russia, Cina e Stati Uniti, che 50 anni fa raggiunsero inoltre il suolo lunare con il primo equipaggio di esseri umani.

Vikram era una delle parti più importanti della missione Chandrayaan-2, il cui scopo scientifico era di esplorare alcune aree del polo sud della Luna, sul quale non abbiamo ancora molti dati. Grazie alle precedenti esplorazioni svolte da diversi paesi, si sono trovati indizi consistenti sul fatto che quella zona ospiti grandi quantità di ghiaccio, che potrebbe essere sfruttato in futuro nel caso di una colonizzazione del nostro unico satellite naturale.

Una volta raggiunto il suolo lunare, Vikram avrebbe dovuto liberare il rover Pragyan, che si sarebbe dovuto muovere sulla superficie per fotografarla e analizzarla. I due robot avevano a disposizione diversi strumenti, compreso un sismometro per misurare i terremoti che si verificano sulla Luna.

Il lander Vikram (a sinistra) e il rover Pragyan (ISRO)

Nella notte tra venerdì 6 e sabato 7 settembre, pochi minuti prima del momento in cui Vikram avrebbe dovuto toccare il suolo lunare, i tecnici di ISRO hanno notato alcune anomalie nei dati forniti da Chandrayaan-2. Il lander era significativamente fuori rotta e a circa 2,1 chilometri dalla superficie lunare ha smesso di comunicare.

(ISRO)

I responsabili della missione sono ora al lavoro per capire se qualcosa di Vikram abbia resistito all’impatto, ma secondo diversi esperti ci sono poche possibilità di tornare a comunicare con il lander.

Il primo ministro dell’India, Narenda Modi, si è comunque congratulato con gli scienziati e i tecnici di ISRO, dicendo che il paese è “fiero di loro”: “Ci sono momenti per essere coraggiosi, e noi lo saremo!”.

Anche nel caso della perdita definitiva di Vikram e del suo rover, la missione Chandrayaan-2 non sarebbe comunque un completo fallimento. In orbita intorno alla Luna è rimasta la sonda che aveva viaggiato con i due robot, e che nei prossimi mesi potrà comunque raccogliere dati a distanza sulle caratteristiche della Luna. La sonda è dotata di alcune fotocamere ad alta definizione e di uno strumento a raggi x per analizzare il satellite naturale.

L’India aveva già condotto una missione lunare nel 2008 chiamata Chandrayaan-1. All’epoca aveva volutamente fatto schiantare un lander sulla superficie, per valutare alcune dinamiche dell’allunaggio e per studiare le polveri sollevate durante l’impatto. Con Chandrayaan-2, ISRO confidava di passare al livello successivo e di esplorare per un paio di settimane terrestri la Luna, prima che arrivasse la notte lunare con i suoi -130 °C.