L’agenzia antidoping statunitense ha archiviato il caso contro Christian Coleman

Christian Coleman ai Campionati mondiali indoor di Birmingham nel 2018 (Getty Images)
Christian Coleman ai Campionati mondiali indoor di Birmingham nel 2018 (Getty Images)

La US Anti-Doping Agency, l’agenzia antidoping statunitense, ha archiviato il caso contro Christian Coleman, il velocista di 23 anni che detiene i  migliori tempi sui 100 metri piani nelle ultime due stagioni. Coleman era stato accusato di essere risultato irreperibile per tre diversi test antidoping. Più precisamente, Coleman non aveva compilato correttamente i whereabouts information, i documenti con cui i migliori atleti al mondo sono tenuti a comunicare ogni giorno, per un arco di un’ora, la loro reperibilità per i controlli antidoping. Secondo il regolamento, tre violazioni nella compilazione dei whereabouts comportano una squalifica di due anni, riducibile a uno nel caso vengano riconosciute delle attenuanti.

Coleman non aveva fornito queste indicazioni per il 6 giugno 2018, il 16 gennaio 2019 e il 26 aprile 2019. Dopo aver formalizzato le accuse, l’agenzia antidoping statunitense si è consultata con la WADA, l’agenzia antidoping mondiale, con la quale ha concluso che la prima delle tre violazioni, seppur notata il 6 giugno, si riferiva in realtà al primo aprile, quindi a più di un anno di distanza dall’ultima, eliminando così il rischio della squalifica automatica.