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  • Lunedì 2 settembre 2019

Scrivi dove sei

Il 12 settembre la Scuola Belleville inaugura una sezione online, anche per sperimentare nuove forme di narrativa collettiva

(Scuola Belleville)
(Scuola Belleville)

Il 12 settembre 2019 la Scuola Belleville inaugura un nuovo progetto, BellevilleOnline, con una grande festa a Milano: è una scuola di scrittura grazie alla quale aspiranti scrittori e scrittrici da tutta Italia e da tutto il mondo potranno frequentare corsi e lavorare su manoscritti e idee, ma tutto online. Per accedere basterà registrarsi su TYPEE.it, la comunità online di scrittura e lettura della scuola Belleville. Su BellevilleOnline saranno disponibili video-lezioni e audio-lezioni di alcuni dei più importanti scrittori, editor, agenti e sceneggiatori italiani. E ancora: dispense, servizi di lettura e valutazione degli inediti, video chat individuali per lavorare con editor delle maggiori case editrici. Per saperne di più si può visitare il sito di Belleville, mentre per partecipare alla festa del 12 settembre bisogna registrarsi su TYPEE o scrivere a info@bellevilleonline.it.

Una delle idee di BellevilleOnline è dare una struttura e una declinazione didattica alla scrittura istantanea. Grazie agli smartphone e ai social media, infatti, la scrittura è diventata un’attività mobile, che si può fare ovunque e in qualsiasi momento. Si scrive camminando o guidando (non fatelo), si scrive in tram o in bagno, si scrive per lavorare, ridere, informarsi, amare o odiare. Alla fine del 2015 su internet, secondo il Washington Post, c’erano almeno 305 miliardi di pagine per un totale approssimativo di 500 milioni di miliardi di parole, cioè 71mila per ogni essere umano vivente. Una quantità che, stampata su carta, riempirebbe almeno 212 milioni di libri lunghi come Guerra e pace. Le parole più tragiche o comiche della nostra epoca, forse, sono state scritte via mail, WhatsApp o Messenger, a trovarle.

Oggi, più che mai, la scrittura è relazione. La possibilità di scrivere in movimento implica anche quella di imparare in movimento: la trasformazione della scrittura richiede, cioè, anche una trasformazione del modo di insegnare. Che il digitale possa essere utilizzato per insegnare a scrivere e, addirittura, per azioni di letteratura collettiva, è una delle scommesse di BellevilleOnline che, tra i suoi servizi, offre anche la possibilità di formare classi in chat.

Seguendo quest’idea, gli scrittori Diego De Silva e Antonio Pascale hanno rivelato le loro ossessioni e parlato di letteratura; Laura Pariani e Nicola Fantini hanno scritto un racconto a due voci; Marco Rossari e Federico Baccomo, un dialogo platonico sulla comicità. L’ultima cena (senza) invece è il primo esperimento di drammaturgia collettiva istantanea scritto da Giacomo Papi e da dodici allievi della scuola Belleville che hanno impersonato i dodici apostoli in attesa dell’arrivo di Gesù, in ritardo all’ultima cena. La chat è liberamente ispirata al racconto Le tre versioni di Giuda di Jorge Luis Borges tratto da Finzioni. Ma agli studenti non era stato detto. A ognuno di loro era stata data soltanto una scheda con le caratteristiche del personaggio che avrebbe dovuto interpretare.
Solo Giuda, il traditore, sapeva.

Se avete voglia di leggere che cosa è successo, andate alla seconda pagina.

giorno: 25 marzo 2019
ore: 09:39 – 13:18

autori: Giacomo Papi (narratore, Voce, Gesù) – Davide Borgna (Giuda Taddeo) – Giulia Cadamuro (Matteo) – Chiara Deiana (Giuda Iscariota) – Emanuele Montorfano (Andrea) – Ilaria Orrù (Bartolomeo) – Giulia Pacilli (Pietro) – Luigi Romano (Tommaso) – Beatrice Smafora (Filippo) – Claudia Tanzi (Giovanni) – Gianmarco Zadra (Giacomo Maggiore)

Come al solito Gesù era in ritardo. Era il Messia e gli piaceva molto farsi aspettare. Aveva convocato gli apostoli nella casa del padre di Marco annunciando che avrebbero celebrato insieme la Pasqua con un banchetto di pani e pesci. Prima del tramonto i dodici presero posto intorno al tavolo e lo attesero, conversando del più e del meno, specialmente della pesca che quel giorno era stata ingenerosa. Alcuni avevano sete, altri fame, ma tutti sapevano che non sarebbe stato educato cominciare a bere o mangiare prima che il Maestro arrivasse. Ben presto la preoccupazione cominciò a crescere.

Matteo (detto Levi) – Oggi il lago di Genesaret era più desolato del deserto. I pesci sono scomparsi. C’è stato l’esodo anche per loro. Che ne pensate, pescatori di uomini?
Filippo – È una disdetta. Se continua così sarà un disastro anche la prossima volta.
Giuda Taddeo – Dovremmo chiedere al Maestro di ripetere la moltiplicazione.
Matteo (detto Levi) – Te la insegno io. La matematica è precisa quanto Dio.
Filippo. Io ero presente quando Gesù ha moltiplicato i pesci. Potremmo farcela anche da soli.
Giovanni – Fratelli, qualcuno ha visto il Messia? Perché tarda tanto? Per una volta che ero puntuale. Ho fatto una corsa, non ho neanche pranzato.
Andrea – Giovanni, ricorda: beati sono gli affamati perché saranno saziati.
Simone – E beati i mansueti, che erediteranno la terra.
Andrea – E vogliamo parlare dei poveri? Beati anche loro, di essi sarà il Regno dei Cieli.
Giovanni – Ok, ho capito, la finiamo?
Pietro – Ragazzi, però non è che siccome sei il Messia puoi arrivare quando vuoi.
Giuda Taddeo – Se avessi un pesce per ogni volta che ho aspettato il Maestro sarei il più ricco commerciante della Giudea.
Giacomo Minore – Avrà avuto un contrattempo, dai.
Bartolomeo – Ragazzi, non per mettervi ansia. Ma se gli fosse successo qualcosa?
Matteo (detto Levi) – Figuriamoci, che cosa vuoi che accada al Signore?
Tommaso – A me qualche dubbio viene sempre. Sta tardando più del solito.

Mentre i suoi fratelli parlavano, Giuda sedeva in disparte, lo sguardo piantato a terra, nell’ombra. Taceva come se si trovasse altrove, ignorando le chiacchiere, le preoccupazioni e gli scherzi, assorto in misteriose inquietudini.

Pietro – Giuda, ti sei strozzato con le anguille?
Giovanni – Sì, Giuda, su con la vita! Come mai questo silenzio?
Bartolomeo – Anch’io sono preoccupato per il Maestro.
Simone – Bartolomeo, non facciamoci prendere dal panico #staitra
Bartolomeo – Non è panico, è un presentimento.
Giacomo Maggiore – Giovanni, tu sei l’ultimo ad averlo visto. Sai niente?
Giovanni – Non molto più di voi. L’ho incontrato con Luca questa mattina. Gli abbiamo chiesto dove ci saremmo visti. Ha risposto di seguire il primo che avessimo visto trasportare una brocca d’acqua, anche se di solito l’acqua la vanno a prendere le donne. Sembrava normale.
Filippo – Ragazzi, ma Giuda sta bene? Non ha una bella cera.
Tommaso – Secondo me Gesù non viene più, ve lo dico. Finché non lo vedo…
Giacomo Maggiore – Come non viene? Qui abbiamo ordinato un botto di roba. Vino, pesci, chi paga?

Finalmente Giuda parlò.

Giuda Iscariota – Tacete tutti. Gesù arriverà… e se non arriva tanto meglio.
Giuda Taddeo – Giuda, ma che dici?
Matteo (detto Levi) – Come sarebbe?
Pietro – Tacete a chi?!
Giuda Iscariota – Vi ripeto che Gesù sta arrivando e non sarà piacevole.

Si fece improvviso silenzio. Tutti fissavano Giuda che non usciva dall’ombra.

Bartolomeo – Giuda, se non ti senti bene ti ricordo che io curo gli ammalati. Che sintomi hai?
Pietro – Cos’è quel peplo azzurro che hai addosso? Dove l’hai cavato fuori?
Giacomo Maggiore – Giuda, non è che la tua morosa ti ha tradito?
Matteo (detto Levi) – AH! Lo sapevo, c’era aria di tradimento.
Giuda Iscariota – Smettetela di starmi addosso. Fatemi respirare.
Tommaso – Fai la vittima, adesso?
Pietro – Guarda che se qui c’è qualcuno che può fare la vittima quello sono io.
Giacomo Minore – Pietro, il Maestro ti porta sul palmo di una mano. Non hai di che lamentarti.
Giovanni – Pietro, non hai più l’età per agitarti così tanto. Ti viene un infarto.
Filippo – Giuda, mio caro, siamo in pena per te.
Giuda Iscariota – Lasciatemi stare. E tu, Pietro, pensa ai tuoi quattro stracci.
Tommaso – Giuda, guarda che il conto lo dividiamo anche se la tua ragazza ti ha tradito.
Giacomo Maggiore – Io di certo non pago per voi altri. La nostra è comunione dello spirito, non dei beni.
Filippo – Basta, Giacomo, se hai problemi di soldi pago io per te.
Giuda Taddeo – Facciamo alla Romana, vero?
Simone – Calma tutti, che baccano! Stiamo composti, il Maestro arriverà.
Pietro – Zitti! Parlo io che presto rappresenterò tutti quanti voi.
Giovanni – Guarda che il più amato sono io.
Pietro – Ah sì? E come mai il Signore vuole me seduto accanto a lui? Io sono stato il primo a seguirlo.
Giovanni – Mio caro, se gli ultimi saranno i primi allora i primi saranno ultimi.

Giuda si alzò di scatto e si avvicinò alla porta nel tentativo di andarsene, ma gli altri lo trattennero a forza, costringendolo a sedersi, poi gli si fecero intorno e cominciarono a fargli domande. Era chiaro: nascondeva qualcosa.

Bartolomeo – Fermati!
Giacomo Maggiore – Giuda, dove vai?
Matteo (detto Levi) – Aspetta! Non vorrai perderti la lavanda dei piedi!
Pietro – Allora, Giuda, che cosa è successo? Hai litigato con Gesù?
Giuda Taddeo – Racconta.
Andrea – Coraggio, che succede? Hai parlato con lui?
Giuda Iscariota – No, non ho parlato con il Maestro. Lasciatemi in pace, vi dico.
Pietro – Giuda, calmati, come sei suscettibile.
Giacomo Minore – Ecco il bue che dà del cornuto all’asino.
Tommaso – Bisogna che ti difendi, mio caro. Questi stanno cercando un colpevole, se non l’hai capito.
Giuda Iscariota – Vi ho detto di lasciarmi in pace!
Simone – Non soffocatelo, lasciatelo parlare.
Giacomo Maggiore – Parliamone davanti a un bicchiere di vino, vuoi?
Tommaso – Io non me lo bevo. Tu nascondi qualcosa, Iscariota!
Giuda Iscariota – Ma non stavate parlando di miracoli e pescatori di pesci? Ecco, continuate.
Giovanni – Di pescatori di uomini, Giuda.
Filippo – Che cos’è che non puoi dirci?
Bartolomeo – Mi sta salendo l’ansia. Me lo sentivo che c’era qualcosa. Parla e basta.
Filippo – Fratello, lo sai che non ti giudicheremo…
Giacomo Minore – Siediti, prendi un bel respiro. Dicci: quando hai visto Gesù per l’ultima volta?

La domanda di Giacomo risuonò nella stanza. I discepoli si guardarono, poi gli occhi di tutti si fissarono su Giuda, che abbassò lo sguardo. La voce gli uscì dalla gola piena di tristezza, quasi di paura. Sembrava un uomo tormentato da un diavolo che dall’interno gli mangiava le viscere.

Giuda Iscariota – Non ho incontrato il Maestro. Mollatemi.
Giacomo Maggiore – Stai facendo il misterioso? Non è divertente. Comincio a essere in pensiero per Gesù.
Bartolomeo – Giuda, sembri un adolescente, dai. Non farti pregare…
Giuda Iscariota – Ho ricevuto una visita.
Giacomo Maggiore – Sei un bamboccio! Lo sapevo! Parla!
Bartolomeo – Una visita di chi? Non aver paura, siamo la tua famiglia.
Filippo – Una visita spiacevole?
Giacomo Minore – Che genere di visita, vecchio e fedele amico?
Giuda Iscariota – Non so quello che devo fare. Mi è stato chiesto qualcosa di più grande di me.
Bartolomeo – Noi possiamo consigliarti.
Giacomo Maggiore – Siamo i tuoi amici…
Giuda Iscariota – Dovrò compiere un atto che farebbe inorridire chiunque di voi…
Pietro – Non me. Ho visto cose che voi apostoli… Non parlare a me di tormento. Non puoi parlare di tormento se non hai conosciuto mia suocera prima che il Maestro la guarisse dalla febbre. Da quel momento ho abbandonato tutta la mia famiglia per lui.
Pietro – Allora, Giuda, forse vuoi dirlo in privato a me?
Bartolomeo – No, niente segreti! Io voglio sapere ogni particolare scabroso. Mettetevi comodi che apro i pop corn.
Giuda Iscariota – Lo vedete perché non parlo?! Nessuno di voi ha la minima idea di cosa significhi provare tormento! Non sapete che cosa voglia dire scegliere tra il male e il suo peggio.
Giovanni – In effetti, no.
Matteo (detto Levi) – Siamo tormentati quanto te Giuda, o forse diversamente, ma siamo con te.
Bartolomeo – Dicci almeno chi è venuto a farti visita.
Giuda Taddeo – Chi è stato? I Romani? Possiamo nasconderti, se c’è bisogno.

Giuda si prese la faccia tra le mani e cominciò a piangere. Sollevò gli occhi e si voltò verso Pietro, poi fissò Bartolomeo, Andrea, Filippo, tutti, uno per uno. La voce sembrava essere rimasta imprigionata nel corpo.

Giuda Iscariota – Mi è stato chiesto di indossare l’infamia per l’eternità.
Giacomo Maggiore – Eh vabbe’, l’infamia, adesso!
Bartolomeo – Che tipo di infamia? Ce ne sono tante di infamie!
Filippo – Ma da chi? Chi te l’ha chiesto?
Giuda Iscariota – Ognuno di voi vorrebbe vivere per sempre, nel Regno dei Cieli e della Terra. Ma nessuno ha sulle spalle il peso che devo portare io.
Pietro – Io sto iniziando ad arrabbiarmi perché la situazione qui è tesa, i farisei ci stanno addosso da giorni. Se sai qualcosa devi dirlo, Giuda.
Bartolomeo – Condividi il tuo peso.
Simone – Ci stiamo stancando di pregarti.
Giuda Taddeo – Giuda, tu parli per enigmi. Dicci chiaramente cosa ti turba, siamo i tuoi fratelli.

La bocca di Giuda si aprì, ma prima di parlare si immobilizzò per un istante. La sua voce proveniva da un luogo sepolto.

Giuda Iscariota – Nella notte un arcangelo mi ha fatto visita. Mi ha chiesto di tradire il Maestro.
Giuda Taddeo –
Giacomo Maggiore – COOOOOSAAAAA??????? MA SEI FUORI?
Filippo – Non ci sto capendo più niente.
Giuda Taddeo – …Che hai detto?
Simone – Un… arcangelo? E perché mai?
Pietro – Hai avuto un’allucinazione. Che cos’avevi mangiato prima di andare a letto?
Andrea – L’arcangelo. Impossibile!

Erano disorientati e storditi, e si guardavano intorno, simili a pesci presi in una rete. Il primo a reagire fu Simon Pietro che scattò in piedi e si mise a urlare.

Pietro – Io mai lo farei.
Tommaso – Se solo Gesù fosse tra noi! Forse solo lui può difenderti.
Matteo (detto Levi) – Riflettiamo un momento. Tradire in che senso?
Giacomo Maggiore – IL MAESTRO NO, DAI.
Giuda Taddeo – È impossibile. Né Dio né un angelo ti chiederebbero mai una cosa del genere.
Simone – Gli arcangeli al massimo ti dicono cose come “sei incinta di Dio” o “scappa da Erode”.
Giuda Iscariota – È la verità. Non ero ubriaco, non ero alterato e a cena ero stato leggero. Era un arcangelo vero. Ho ricevuto una richiesta irricevibile da qualsiasi uomo.
Bartolomeo – Ma non ti ha dato spiegazioni?
Giuda Iscariota – Devo tradire il Maestro perché solo così egli potrà dimostrare di essere figlio di Dio.
Matteo (detto Levi) – Dimostrare a chi? Solo i Romani dubitano che Gesù sia figlio di Dio.
Giovanni – Forse anche Tommaso qualche dubbio ce l’ha.
Giuda Taddeo – E tu vuoi tradire il figlio di Dio?
Bartolomeo – Sei sicuro che fosse un arcangelo?
Giovanni – Ma poi tradire in che senso? E come mai l’arcangelo è apparso a te? Il più amato sono io…
Pietro – Stai calmo tu, non è il tuo momento. Giuda, cosa ti ha chiesto di preciso? Hai dovuto rivelare dove ci troviamo?
Giuda Iscariota – L’arcangelo mi ha chiesto di indicare ai Romani chi tra noi è il Signore, così lo cattureranno.
Pietro – NO! Tu non tradisci Gesù!
Giuda Iscariota – Ma è la parola del Signore. Come posso rifiutarmi? Cosa posso fare? Aiutatemi vi prego. Troviamo insieme una soluzione.
Giacomo Maggiore – Sì, ma Giuda… dobbiamo ascoltare Dio e far fuori tutti quelli che ci indica?
Giuda Taddeo – Forse è un modo di metterti alla prova, come fece con Abramo.
Giuda Iscariota – Abramo quasi lo uccise Isacco!
Bartolomeo – Esatto, quasi! Forse Dio ti fermerebbe, alla fine. Ma certo sarebbe un bel rischio.
Giuda Iscariota – E se Dio non fermerà la mia mano? È il Maestro. È il nostro Maestro!
Pietro – Non se ne parla, è ridicolo.
Filippo – Sarà solo una dimostrazione di fedeltà.
Andrea – Ma perché mettere alla prova noi, i suoi umili seguaci?
Tommaso – Io sono incredulo.
Simone – Che novità!
Filippo – Magari lo chiederà a tutti noi.
Bartolomeo – Secondo me non è possibile rischiare.
Matteo (detto Levi) – Ma perché no? Se è il volere di Dio? Chi siamo noi per ribellarci?
Giuda Iscariota – Se non mi fermasse avremmo perso il Maestro. E io sarei un infame per la storia dell’umanità.
Pietro – Follia! E tu ti fidi di questo arcangelo?
Filippo – Se non ti puoi fidare di un arcangelo, di chi ti fidi?
Bartolomeo – Forse era il diavolo travestito da arcangelo. Dicono che li sappia fare questi giochetti.
Giovanni – Perché avrebbe scelto di parlare proprio a lui, comunque, che è l’ultimo arrivato?
Pietro – Ancoraaaa?! Giovanni, guarda che la storia degli ultimi che saranno i primi vale anche per te.
Giuda Iscariota – Bartolomeo, tu disubbidiresti mai al volere divino?
Bartolomeo – Giuda, non puoi fare del male a Gesù.
Giuda Iscariota – Nemmeno se fosse Dio a imporlo?
Giacomo Maggiore – Io manco morto.
Pietro – Dobbiamo votare. Chi sta con Giuda?
Giuda Iscariota – Pietro, che domande sono? Io stesso non sto con me stesso!

Per un attimo tacquero e in quell’istante dall’alto si sentì risuonare una voce profonda e soave, una voce che poteva fare accadere le cose.

Voce – Io sto con Giuda.
Andrea – Chi ha parlato?
Voce – Io ho parlato.
Pietro – Eh, ma così non è valido.
Tommaso – Chi ci dice che non è uno scherzo?
Giuda Iscariota – ECCO! ADESSO DOVETE CREDERMI!
Filippo – Devi seguire la volontà di Dio! Questa è la sua voce! Non puoi mica opporti.
Giovanni – Macché Dio, è il figlio del fornaio col megafono.
Voce – Che cos’è un megafono? ?
Pietro – E NOI TUTTI DOVREMMO TRADIRE IL MAESTRO?
Giacomo Minore – Dobbiamo parlarne con lui, con Gesù. Subito. È l’unica cosa da fare.

La voce parlò di nuovo.

Voce – DUBITATE DI ME?
Giuda Taddeo – MAI! Filippo ha ragione, bisogna seguire la volontà di Dio.
Pietro – DOVRETE PASSARE SUL MIO CADAVERE! Andiamo a cercare Gesù, dobbiamo proteggerlo.
Filippo – Ma perché no? Perché ribellarci se è il volere di Dio?
Andrea – Che io possa essere fulminato da Dio stesso, non tradiremo il Maestro.
Giovanni – Voi pensate di sapere, di scegliere. Volete salvare voi stessi e la vostra vita, desiderate apparire e restare nella memoria degli altri. E invece la vita è pulviscolo. Gli uomini sono pulviscolo.
Giuda Iscariota – È così che ci vedi, Signore? Anche se ti doniamo la fede, la vita, il nostro nome nell’eternità?

Il silenzio travolse la stanza. Guardavano tutti per terra, ma ascoltavano il cielo.

Voce – Siete tutti miei figli.
Giuda Iscariota – Questa prova è troppo per me. Gesù capirà e mi perdonerà. Vero?
Giovanni – Certo, Giuda. Tranquillo. Come no.
Andrea – Il Signore perdona, ma tu perdonerai te stesso?
Bartolomeo – Ne va della salvezza dell’umanità intera, non possiamo permetterci errori.
Giacomo Maggiore – Andiamo dalla mamma del Maestro e chiediamole se sta bene. Magari sa qualcosa.
Giuda Iscariota – Signore, perché me?
Voce – Perché ti ho scelto, Giuda.
Giuda Iscariota – Signore, sono pronto a darti tutti i miei averi, la mia fede, la mia vita. Ma quello che tu mi chiedi è il mio nome per l’eternità.
Voce – Qual è il sacrificio più grande? Giuda taccia. Rispondano gli altri. Uno per uno. Qual è il sacrificio più grande, Tommaso?
Tommaso – Morire per il prossimo, ma sia chiaro che io sono pro vita.
Voce – Qual è il sacrificio più grande, Taddeo?
Giuda Taddeo – Quello della propria dignità.
Voce – E tu Pietro?
Pietro – Gesù dice: “Non c’e Sacrificio più grande di donare la vita per gli altri”. Ma Giuda non può farlo. Non si merita questo.
Voce – Pietro, tu parli di donare la vita per gli altri. Ma di che vita stai parlando?
Pietro – Della mia vita. Se Giuda fosse in pericolo, io darei la vita per lui.
Giuda Iscariota – Anche se il Signore mi chiede di dare la morte al suo stesso figlio? E di donare la mia dignità, il mio essere, di rinnegare tutto ciò in cui credo? La lealtà, la dignità, il coraggio…
Andrea – Non riesco più a scindere il bene dal male, mio Dio. Chiedo il tuo perdono per questa confusione.
Tommaso – Finché l’uomo non sceglierà la verità e la giustizia, l’esempio del Signore sarà solo un inutile esercizio.
Pietro – Giuda ha ragione. Se questo è Dio non è quello buono di cui ci ha parlato Gesù, il Dio che ama i propri figli sopra ogni cosa. Questo è un Dio che ci mette gli uni contro gli altri.
Giuda Taddeo – C’è coraggio anche nel rinnegare se stessi, se il Signore lo chiede.
Voce – Che cos’è la vita mortale, figlioli?
Giacomo Maggiore – La so! Un dono!
Voce – Un dono di chi?
Bartolomeo – Un dono che tu stesso ci hai dato. Perché ci chiedi di rinnegarlo? Perché ci fai questo, perché fai questo a Giuda?
Giuda Iscariota – Non chiedi la mia vita, ma la vita del Maestro. E chiedi la mia testa, il mio nome, il mio cuore.
Pietro – Qui si parla di immortalità, fratelli miei. Giuda rimarrebbe lo stronzo traditore per sempre. No, è troppo.
Voce – Chi farebbe il sacrificio più grande?
Giovanni – Il Maestro?
Voce – Qualche ora di agonia sulla croce? Come milioni di altri esseri umani prima e dopo di lui?
Giuda Taddeo – Se parliamo di sacrificio allora muoio io al posto del Maestro.
Voce – Non ho scelto te, Giuda Taddeo. È l’altro Giuda che ho scelto.
Giovanni – Riflettiamo, fratelli. Se Gesù muore poi si creano religioni e feste per lui, diventa il numero uno. Giuda invece morirà e basta, punto. Morirà e rimarrà infame, come un povero cristo qualsiasi.
Filippo – Magari è questo il suo destino.
Bartolomeo – Giuda, dovresti rimetterti alla volontà divina. So che è #maiunagioia, ma cosa ci vuoi fare?
Giuda Iscariota – Signore, mi chiedi un sacrificio che è superiore a quello della vita.
Voce – Che cos’è la vita mortale di fronte all’eterno?
Pietro – Certo che è facile parlare per te, sei DIO! TE NE STAI LASSÙ CON IL BINOCOLO IN MANO A GIUDICARE COME UN GUARDONE.
Giuda Iscariota – E se non lo facessi? E se mi ribellassi a te, Signore. Se rimanessi fedele al Maestro?
Giacomo Maggiore – BRAVO @GIUDA #rebel #forever18
Voce – Se non lo fai, rinneghi tuo padre e la sua volontà. La volontà che ha creato il mondo.
Giacomo Maggiore – Ma almeno salviamo il Maestro. Ho già detto #jesuismaestro ?
Pietro – Io sto con Giuda e Giacomino #vivalarevolucion.
Voce – NON LO HAI ANCORA CAPITO, GIUDA? NON HAI ANCORA COMPRESO?
Giuda Iscariota – Mi rinchiudi in un giogo. Quale padre vorrebbe questo per i propri figli?
Pietro – Sei un padre egoista. Pensi solo al tuo tornaconto, a come potere aver più follower, più like alla tua religione.
Voce – Non avete ancora capito? Chi è mio figlio?
Giovanni – Lo siamo tutti. L’hai detto prima. Ma io più degli altri.
Giacomo Maggiore – Tutti noi #family
Andrea – Il Creato è figlio tuo. Ogni creatura.
Pietro – Non so più se voglio essere figlio di un Dio così. Siamo figli, non marionette.
Voce – Uno solo si è fatto Carne per me. E tu non hai capito nulla, Pietro, come al solito.
Pietro – Dovevi pensarci prima di concederci il libero arbitrio.
Tommaso – Anche io rivendico il mio libero arbitrio.
Giacomo Maggiore – Ragazzi, ho una proposta… UCCIDIAMO DIO?
Pietro – Io ci sto.
Filippo – Ma siete matti ?
Voce – Silenzio! Chi è il figlio che ho scelto? Chi è?

Giuda spalancò la bocca e le sue mani cominciarono a toccare il viso, a seguirne con le dita il profilo, la carne, le ossa, sentendo le lacrime che gli sgorgavano dagli occhi e gli bagnavano la pelle. I suoi fratelli lo fissavano muti, interrompendosi soltanto per guardare il soffitto.

Voce – Giuda, alzati.
Giuda Iscariota – Pensavo fosse il Maestro, tuo figlio. Ma non sono più sicuro.
Pietro – Giuda, ti vuole fregare. Stai attento.
Giuda Iscariota – Tu chiedi a me il sacrificio più grande. Più di portare una croce. Più di morire per te.

Anche Giacomo Maggiore si levò in piedi. Guardò in alto, guardò Giuda e il suo dito si alzò a indicarlo.

Giacomo Maggiore – GIUDA È TUO FIGLIO?
Voce – È così, Giacomo. È Giuda il prescelto.
Pietro – No, ma come Giuda? E io? Ho lasciato tutta la mia famiglia per il Maestro e vengo ripagato in questo modo?
Giovanni – Arieccolo che ricomincia.
Giacomo Maggiore – Giuda, noi non ti lasceremo solo #jesuispuregiuda
Voce – Ho chiamato Giuda al sacrificio più grande.
Bartolomeo – Ma senza niente in cambio?
Filippo – Tutti dobbiamo morire e nessuno verrà ringraziato per questo.
Giuda Iscariota – Non ho paura della morte.
Giovanni – Seeeeeeee. Ahahahaha!
Giuda Iscariota – Mi piacerebbe vedervi qui, al mio posto. Tradito dal padre che dovrebbe amarmi.
Pietro – Non fare la vittima, è un’ora che ti ripeto che sto con te.
Giuda Taddeo – Giuda, scambiamoci i mantelli: lo farò io per te
Giuda Iscariota –Prenderesti il mio posto, amico caro? Diventeresti tu l’infame per l’eternità. Saresti disposto a tanto per amor mio?
Giovanni –Taddeo, c’è qualcosa che non faresti per il tuo quarto d’ora di celebrità?
Pietro – Le vie del Signore non sono forse infinite? Se non lo fa Giuda, Dio troverà un altro.
Giuda Iscariota – Il tuo coraggio mi umilia, Taddeo.
Giovanni – Facciamo una coltellata a testa, allora. Perché solo Giuda?
Voce – Perché è Giuda mio figlio.
Andrea – Quindi noi chi siamo per te?
Tommaso – I figli della serva?
Pietro – Sta cercando di imbonirti, Giuda. Non cedere alla tentazione.
Filippo – Giuda dammi retta, esegui gli ordini.
Bartolomeo – Se sei suo figlio c’è poco da fare. Onora il padre.
Voce – Zitti, ora. Gesù sta per arrivare.

La porta, che era stata lasciata socchiusa perché il Messia può sempre arrivare, si aprì. Gesù era pallido e scarmigliato, sembrava non avesse dormito. Prese posto al centro della tavola, senza salutare nessuno.

Giacomo Maggiore – Ciao, eh. Alla buon’ora.
Filippo – Ben arrivato, Maestro.
Andrea – Dolce Maestro, è un sollievo vederti. Eravamo in pena per te.
Giuda Taddeo – Signore, dove sei stato?
Simone – Gesù, dobbiamo parlarti.
Giacomo Maggiore – Giuda, vuoi cominciare tu?
Gesù – Vedo che non hai perso il buonumore, Giacomo. Ma tu sai dove abbonda il riso?
Giacomo Maggiore – … Sì, Gesù, lo so.
Gesù – Ecco, allora finiscila. Hai qualcosa da dirmi, Giuda?
Giuda Iscariota – Maestro… non so nemmeno da dove iniziare, ciò che ho da dire è impossibile da pronunciare.

Pietro – Parlo io, il poveretto mi pare scosso e qui si fa notte.
Gesù – Pietro, ti ascolto.
Pietro – Vedi, Maestro, un arcangelo stanotte è andato a trovare Giuda e gli ha ordinato il più infamante dei compiti: tradirti.
Giuda Iscariota – PIETRO!
Giovanni – Pietro, va bene non prenderla troppo alla larga, ma un minimo di tatto…
Pietro – Non c’è un modo piacevole per dirlo, ragazzi.
Gesù – Continua, Pietro. Non avere paura, poiché io sono la tua guida e il tuo pastore.
Pietro – Ecco, mentre discutevamo sul da farsi, Dio stesso si è rivolto a noi dicendoci che è giusto che Giuda compia questo sacrificio tremendo. Ma noi non vogliamo, non è giusto.
Giuda Taddeo – Maestro, tu conosci la volontà del Signore: è vero?
Giacomo Maggiore – Non lo faremo.
Giuda Iscariota – Maestro, ti prego, non mi giudicare.
Gesù – Non ti giudico, Giuda. Ti invidio. Il prescelto sei tu.
Filippo – Io l’avevo detto dall’inizio.
Pietro – Maestro! Il nostro compito è proteggerti, non possiamo accettare tutto questo!
Gesù – Pietro, non fare l’eroe, proprio tu che avrai rinnegato il mio nome prima che il Gallo canti tre volte.
Pietro – E adesso che cosa c’entrano i galli?
Giovanni – Da combattimento, Pietro. Coccodè.
Giuda Iscariota – E allora porterò insieme a te la mia croce. Ognuno solleverà la propria, ma la mia sarà la croce dell’infamia.
Gesù – Il Signore trasforma il male in bene e il bene in male, a seconda della sua volontà.
Giacomo Maggiore – Gesù, mi sei diventato relativista?
Bartolomeo – Allora perché dobbiamo fare il bene, se il Signore lo può trasformare in male?
Gesù – In verità, in verità vi dico: non saprei. Ottima domanda, Bartolomeo.
Tommaso – Fantastico! Siamo in una botte di ferro.
Gesù – Mi viene un dubbio, in effetti: fare il bene significa ubbidire?
Giacomo Maggiore – Fare il bene è non condannare nessuno.
Giuda Iscariota – Gesù, il mio posto almeno sarà con te nel Regno dei Cieli? Oppure dovrò scontare all’Inferno la pena di essere un figlio rinnegato?
Gesù – L’infamia non può essere premiata. Non sarebbe un sacrificio, sarebbe un calcolo.
Pietro – Gesù, ti rendi conto che le persone diranno per sempre “sei un Giuda” per dire “sei un infame”?
Giuda Iscariota – Non posso pensarci.
Pietro – E tu buono buono nel tuo Regno dei Cieli che ricevi preghiere e incenso? No, così non funziona. Questo non è il Messia per cui ho lasciato tutto quello che avevo, la mia vita.
Giovanni – Se questo ricomincia con la famiglia io me ne vado, ve lo dico.
Pietro – Chi è questo Messia? Pianificatore. Meschino. Che se ne frega del destino degli altri?
Filippo – Ma lui ha un piano per tutti noi, non capisci?
Gesù – Se non sono il figlio di Dio, allora il mio destino è quello dell’impostore, di un attore che strepita sul palcoscenico del bene e del male, in una storia che non significa nulla.
Pietro – Benissimo. L’hai detto. Allora per tradirti non aspetterò nessun gallo. IO TI RINNEGO, Gesù. Fonderò la mia, di chiesa. Non la tua.
Gesù – Dunque sarai proprio tu a tradirmi, Pietro. E sarai ripagato, perché quando ti sarà passata fonderai la mia Chiesa.
Giacomo Maggiore – Piuttosto si iscrive a Scientology.
Giuda Iscariota – Maestro, io sono pronto a darti il mio nome e la mia vita. Ma dimmi solo una cosa: se Dio è così immenso come sappiamo, perché c’è bisogno del mio sacrificio? Perché non possiamo instillare la fede in tutti i cuori?
Gesù – In verità, in verità vi dico che è bene che il mistero rimanga un mistero.