Lo scrittore australiano Yang Hengjun, detenuto in Cina da gennaio, è stato formalmente accusato di spionaggio
Lo scrittore australiano Yang Hengjun, detenuto in Cina dallo scorso gennaio, è stato formalmente accusato di spionaggio, un’accusa che in Cina è punibile anche con la pena di morte. A renderlo noto sono stati l’avvocato di Yang e il governo australiano in un comunicato diffuso martedì. Yang è un ex diplomatico cinese che ottenne la cittadinanza australiana nel 2002 e che in seguito divenne uno scrittore molto impegnato in favore della democrazia in Cina.
Yang era stato arrestato a gennaio a Guangzhou, in Cina, dopo essere tornato da un viaggio a New York e mentre era in attesa di prendere un volo per Shanghai. In seguito era stato trasferito a Pechino, ma fino ad ora non erano state rese note le motivazioni del suo arresto.
La ministra degli Esteri australiana, Marise Payne, ha detto che «non ci sono basi per accusare Yang di aver svolto attività di spionaggio per il governo australiano» e ne ha chiesto l’immediata liberazione. Secondo l’avvocato dell’uomo, Robert Stary, al momento non si sa sulla base di cosa Yang Hengjun sia stato accusato di spionaggio: «Non sappiamo, per esempio, se l’arresto sia una conseguenza delle cose scritte da lui in qualità di attivista per la democrazia, oppure se in qualità di blogger o di accademico […] Inoltre ha passato molto tempo negli Stati Uniti, e non sappiamo se sia accusato di aver svolto attività di spionaggio per gli Stati Uniti, per l’Australia, per Taiwan, o per qualche altro paese».