La Corte europea dei diritti dell’uomo ha accusato la Russia di aver violato i diritti fondamentali di Sergei Magnitsky, l’avvocato russo morto in carcere nel 2009 in circostanze molto sospette
La Corte europea dei diritti dell’uomo ha accusato la Russia di aver violato i diritti umani di Sergei Magnitsky, un avvocato russo oppositore di Putin morto in carcere alla fine del 2009. Magnitsky fu arrestato nel 2008 con l’accusa di frode fiscale, e rimase in carcere per più di un anno in attesa di essere processato: il 16 novembre morì in circostanze molto sospette, anche se ufficialmente le autorità russe parlarono di arresto cardiaco.
La Corte, in seguito a un ricorso dei familiari dell’uomo, ha detto che Magnitsky sarebbe stato tenuto in una cella sovraffollata e in condizioni precarie fino alla sua morte, e che non avrebbe ricevuto cure mediche adeguate nonostante avesse diversi problemi di salute. Inoltre ha accusato la Russia di non aver svolto indagini accurate per appurare le vere cause della morte dell’uomo. La Corte ha anche aggiunto che, sebbene le indagini su Magnitsky per i reati contestati fossero legittime, non ci sarebbe stato motivo per tenerlo in carcere così a lungo; ha inoltre stabilito che la Russia dovrà pagare in tutto 34mila euro di risarcimento alla moglie e alla madre di Magnitsky.