L’Italia non ha indicato un commissario europeo
Il termine ultimo scade oggi, domani diventeremo l'unico paese a non avere scelto il proprio candidato: e poi?
Entro oggi, lunedì 26 agosto, ciascun paese dell’Unione Europea dovrà presentare il proprio candidato alla carica di commissario che farà parte della nuova Commissione Europea, cioè il governo dell’Unione Europea, che sarà presieduta da Ursula von der Leyen ed entrerà in carica l’1 novembre. I trattati europei prevedono che la commissione abbia 28 commissari, uno per ogni paese dell’Unione. La maggior parte dei paesi ha indicato da tempo il proprio candidato, ma la crisi politica che ha coinvolto il governo Conte ha bloccato da alcune settimane il processo di selezione del commissario italiano. Ad oggi l’Italia è rimasta l’unico paese dell’Unione Europea a non avere indicato alcun commissario – oltre alla Francia, che però lo comunicherà domani – e i prossimi sviluppi dipenderanno soprattutto dalle trattative fra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico per formare il nuovo governo.
Secondo vari quotidiani italiani, entro oggi il governo chiederà alla Commissione una proroga di qualche giorno per capire se M5S e PD riusciranno a formare una nuova maggioranza. Se i negoziati fallissero, a indicarlo sarà probabilmente il governo “istituzionale” che gestirà il paese fino alle prossime elezioni. In ogni caso, si tratta di una circostanza abbastanza eccezionale: fonti della Commissione Europea hanno fatto notare che in passato diversi altri paesi avevano indicato un commissario nonostante stessero attraversando una crisi politica: per esempio il Belgio – che nel 2014 rimase cinque mesi senza governo – oppure l’Austria, che ha indicato il proprio commissario a inizio luglio nonostante al momento sia guidata da un governo tecnico in attesa delle elezioni politiche del 29 settembre.
La scadenza di oggi non è legalmente vincolante, ma i tempi sono talmente stretti che rendono quantomeno problematico aspettare un cenno del governo italiano. Politico ricorda che von der Leyen inizierà i colloqui ufficiali questa settimana, mentre le audizioni al Parlamento Europeo – ce ne sarà una per ogni candidato commissario – si terranno fra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. L’intera commissione sarà poi oggetto di un voto di fiducia nella seduta plenaria del Parlamento Europeo del 21-24 ottobre.
Fonti della Commissione Europea hanno anche ricordato che prima viene nominato il candidato e prima può incontrare von der Leyen e parlare della propria delega, anche informalmente. I vari incarichi vengono infatti assegnati attraverso un complicato gioco di incastri che tiene conto di diversi fattori, fra cui il peso specifico del paese all’interno dell’Unione, lo spessore del candidato, eventuali compensazioni rispetto a vecchi negoziati, ma anche la famiglia politica, il genere e l’età dei vari nominati.
Ciascun commissario ha deleghe specifiche che vanno dalla Cultura, ai Trasporti, alla Salute, e così via. Non tutti i posti da commissario sono uguali: alcune deleghe sono talmente importanti che vengono spacchettate in vari incarichi. Nell’ultima commissione, guidata da Jean-Claude Juncker, di economia si occupavano sia il vicepresidente Valdis Dombrovskis – di centrodestra e nominato da un paese del Nord – sia il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, francese e progressista.
Presentando la propria candidatura in ritardo, e dato che le trattative per mettere ogni tassello al proprio posto sono iniziate da settimane, sarà difficile che l’Italia ottenga un incarico di rilievo. Va detto che anche prima della crisi in molti dubitavano che al governo italiano sarebbe toccato un incarico di primo piano. Né la Lega né il Movimento 5 Stelle, i partiti di maggioranza del governo uscente, fanno parte delle forze politiche che gestiranno la legislazione europea nei prossimi cinque anni, e Conte si era trovato isolato già in occasione dei negoziati per rinnovare le più alte cariche europee.
Un candidato del Partito Democratico – che fra l’altro ha appena espresso il nuovo presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli – sarebbe probabilmente più facile da digerire per le istituzioni europee. Anche per questo nei giorni scorsi è circolata la notizia, pubblicata dallo Huffpost, che in caso di accordo fra Partito Democratico e M5S il nuovo governo avrebbe indicato come commissario Roberto Gualtieri, parlamentare europeo del PD appena eletto alla sua terza legislatura.
Gualtieri ha 53 anni ed è uno dei parlamentari europei più rispettati e influenti: è a capo della potente commissione Affari economici e fa parte del ristretto gruppo di parlamentari che hanno gestito le trattative su Brexit. Per via della sua attiva opposizione alle misure di austerità economica, peraltro, è piuttosto rispettato anche dal M5S, con cui ha buoni rapporti. Ma Gualtieri si è sempre occupato di economia, ed è tutto da capire se accetterebbe di fare il commissario all’Agricoltura o all’Industria, due degli incarichi non di primissima fascia che potrebbero toccare all’Italia. Si è parlato con insistenza anche dell’ipotesi di indicare lo stesso Conte, ma per il momento non ci sono conferme in questo senso.
Se invece le trattative fra M5S e PD dovessero fallire, il profilo del commissario italiano sarebbe probabilmente tecnico, così come il governo che verrà insediato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per governare il paese fino alle prossime elezioni. Qualche giorno fa il Fatto parlava dell’attuale ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, della segretaria generale dello stesso ministro Elisabetta Belloni e di Giampiero Massolo, presidente di Fincantieri.