Serie A: La “classe media”
La fascia delle squadre che si muovono attorno alla metà della classifica, e che potrebbero salire verso l'Europa o scendere verso il basso
Le venti squadre di Serie A si possono dividere in tre fasce principali per distinguerne livelli e obiettivi: nella prima fascia le squadre di alta classifica, nella seconda quelle che stazionano attorno alla metà, e che potrebbero salire verso l’Europa o scendere verso la parte più bassa, mentre nell’ultima le squadre il cui obiettivo principale è la permanenza in Serie A. Nella seconda fascia, quella di mezzo, rientrano diverse squadre che hanno fatto la storia del campionato italiano: Fiorentina, Sampdoria, Genoa e Bologna mettono insieme diciannove Scudetti e decina di migliaia di tifosi. Da anni però le loro ambizioni sono moderate e spesso finiscono per disputare campionati deludenti: di fatto, si ritrovano senza obiettivi spesso già all’inizio dell’anno solare, quando sono troppo indietro per poter puntare in avanti e troppo avanti per temere di essere risucchiate indietro. Anche se a volte succede.
L’ultimo caso del genere ha riguardato la Fiorentina, che dopo quattro partecipazioni consecutive all’Europa League, dal 2017 non supera più l’ottavo posto in campionato. L’anno scorso la smobilitazione della squadra avviata dalla famiglia Della Valle – da tempo intenzionata a vendere la maggioranza del club – rischiò di farla finire addirittura in Serie B, con una retrocessione evitata soltanto all’ultima giornata.
A giugno, però, l’acquisto del club da parte del facoltoso imprenditore italoamericano Rocco Commisso ha riportato entusiasmo, promettendo investimenti e dichiarando fin dal primo giorno di non voler cedere per nessun motivo Federico Chiesa, il giocatore più talentuoso della rosa. Così è stato, nonostante l’interessamento della Juventus, e la dirigenza ha potuto costruirci attorno un nuovo gruppo di età media molto giovane (24,7 anni) guidato da tre giocatori più esperti: Milan Badelj, tornato a Firenze dopo un anno deludente alla Lazio, l’ex riserva del Barcellona Kevin-Prince Boateng e soprattutto il 36enne Franck Ribery, uno dei più grandi esterni europei degli ultimi vent’anni, per quanto a fine carriera.
Il Genoa fu la squadra che l’anno scorso si giocò la permanenza in Serie A proprio con la Fiorentina in un surreale scontro diretto all’ultima giornata. Entrambe furono poi salvate dalla sconfitta dell’Empoli a Milano. Per il Genoa però la nuova stagione è iniziata con altre aspettative, nonostante il club sia ancora ufficialmente in vendita. Il presidente Enrico Preziosi ha affidato la squadra ad Aurelio Andreazzoli, l’apprezzato ex allenatore dell’Empoli. La rosa è stata rinforzata in difesa con Cristian Zapata e Antonio Barreca, a centrocampo con l’ex regista danese dell’Ajax, Lasse Schöne, titolare nelle ultime semifinali di Champions League, e in attacco con il promettente Andrea Pinamonti, cresciuto nell’Inter e lo scorso anno in prestito al Frosinone.
L’altra genovese del campionato, la Sampdoria, parte da una posizione migliore e ha maggiori aspettative, ma ha cambiato l’allenatore che l’ha resa una delle più interessanti del campionato. Marco Giampaolo, andato al Milan, è stato rimpiazzato da Eusebio di Francesco, l’ex allenatore della Roma. La squadra però non può dire di essersi rinforzata in estate: ha ceduto e ha comprato, mantenendo il suo livello da squadra da metà alta della classifica. Il centrale di difesa Joachim Andersen è stato ceduto al Lione e rimpiazzato da Jeison Murillo. Il centrocampista Dennis Praet è andato al Leicester e al suo posto è stato riscattato Jakub Jankto. Anche la Sampdoria, tuttavia, è da tempo in trattative per la cessione da parte dell’attuale proprietario, Massimo Ferrero, i cui guai con il fisco potrebbero portare a un cambio di proprietà a stagione in corso. L’attaccante titolare è sempre Fabio Quagliarella, che viene da una stagione strepitosa ma compirà 37 anni a gennaio.
Il Bologna invece evitò di fare la fine di Fiorentina e Genoa soltanto a metà stagione, quando l’allenatore Sinisa Mihajlovic venne chiamato a sostituire Filippo Inzaghi rinvigorendo una squadra fin lì inerme e senza spunti. Con tre rinforzi, qualche strigliata e un gioco molto più aggressivo, il Bologna di Mihajlovic iniziò a vincere e portare via punti preziosi anche nelle trasferte più difficili, che poi permisero una salvezza in anticipo. A fine campionato la dirigenza si è accordata con Mihajlovic per confermarlo e per dargli una squadra più competitiva. Il Bologna che si appresta a iniziare la stagione è in effetti una squadra interessante, sulla quale sono stati investiti quasi 60 milioni di euro, metà dei quali serviti a riscattare Orsolini dalla Juventus, Sansone e Soriano dal Villarreal. Agli altri acquisti ci ha pensato l’estroso ex direttore sportivo di Roma e Inter, Walter Sabatini. Mihajlovic, tuttavia, ha smesso di allenare il Bologna nei primi giorni di ritiro estivo dopo la diagnosi di una leucemia descritta come in fase acuta ma attaccabile. L’allenatore serbo si sta ancora curando e segue la squadra quotidianamente con l’aiuto dei suoi collaboratori.
L’Udinese non ha nessuno Scudetto, ma dopo essere stata fra le migliori squadre della Serie A negli ultimi due decenni rientra di diritto nella classe media del campionato. Non è più l’Udinese di una volta, in grado di scovare talenti in qualsiasi continente: la concorrenza in questo campo è aumentata e ora il club fatica ad arrivare prima degli altri. Per questo la proprietà della famiglia Pozzo ha creato una rete internazionale con l’altra squadra di sua proprietà: il Watford, che giocando in Premier League genera molte più entrate dell’Udinese. La squadra friulana è fra quelle che in estate si è rinforzata di meno, nonostante l’anno scorso abbia terminato il campionato a soli cinque punti dalla zona retrocessione. Tra queste squadre, è probabilmente quella che più rischia di essere risucchiata indietro in classifica.
Cagliari e Sassuolo, infine, sono ritenute fra le squadre più interessanti del campionato. In questa stagione la squadra sarda festeggerà il centenario della sua fondazione. Per l’occasione, grazie anche alla redditizia cessione di Barella all’Inter, ha investito più del solito, soprattutto a centrocampo, dove sono arrivati Marko Rog dal Napoli, Nahitan Nandez dal Boca Juniors e Radja Nainggolan dall’Inter. Il Sassuolo invece ha ceduto Merih Demiral, Stefano Sensi, Pol Lirola e Kevin-Prince Boateng, quattro ex titolari. Li ha sostituiti però con giocatori di esperienza come Pedro Obiang e Jeremy Toljan, acquistato dal Borussia Dortmund. Dal suo allenatore, Roberto De Zerbi, ci si aspetta sempre molto, dopo la qualità vista nel gioco della squadra nella passata stagione.